venerdì 31 ottobre 2014

Apre #ilmagazzinodellArte a Cles (TN)


Gilberto Borghesi, fotografo professionista sperimentatore, e Luca Pichenstein, giovane collaboratore del Mart. 
Sono loro i protagonisti del progetto artistico “#ilmagazzinodellArte”.
Spazio espositivo, galleria artistica, ma anche laboratorio della creatività e officina delle idee. Un'Art-factory. E non poteva essere altrimenti, vista l’intuizione di unire diverse arti e tecniche in una sintesi di pensiero che caratterizza l’intero progetto: autogestione e autofinanziamento, per un’arte che non ha confini e che si dichiara libera e indipendente.
#ilmagazzinodellArte” trova spazio nel centro di Cles, in un deposito interrato. Così vicino al cuore pulsante della Val di Non, eppure distante anni luce dalla quotidianità e dall’ordinario.
Ne hanno avuto la prova i partecipanti all’evento di presentazione “nell’onirico del signor K”, un pubblico di 30 invitati, scelti tra dirigenti museali, galleristi, personaggi di spicco e addetti ai lavori, che ha vissuto da protagonista un “viaggio nelle istanze dell’inconscio attraverso differenti tipologie di arti”.
Uno show artistico, espositivo e performativo curato da Luca Pichenstein che ha inaugurato l’avventura de “#ilmagazzinodellArte” catapultando i presenti nei meandri più creativi dell’introspezione umana attraverso le opere degli artisti Gilberto Borghesi, Giorgia Pasolli, Made 514.
Opere come “Evanescenza”, un procedimento attraverso il quale Gilberto Borghesi riesce a sviluppare scatti fotografici su supporti e in dimensioni non convenzionali (basti pensare all’opera di 9 metri per 3 che domina l’esposizione), escono dagli schemi e impressionano per impatto visivo ed emozionale.
Made 514, dopo i graffiti realizzati sulle facciate di alcuni edifici della Val di Non attraverso il progetto “Wall Lettering”, si presenta in questa mostra sfoggiando non soltanto il suo personalissimo stile, ma anche una notevole versatilità nella tecnica e nei materiali utilizzati (tela, alluminio, carta).
Giorgia Pasolli accosta immagini e musiche che dipingono luoghi sospesi tra sogni e ricordi, in cui l’immaginazione corre in labirintiche realtà. Ne è una prova tangibile il video presentato alla mostra, un lavoro pervaso da un’atmosfera onirica che rapisce l’osservatore  e colpisce per tecnica realizzativa.
Con questo primo progetto “#ilmagazzinodellArte” si prefigge di andare oltre ciò che si vede, abbattendo il muro che si pone tra l’osservatore e l’opera, tra il pensiero e l’azione, per dar vita a quella magia suggestiva che, come affermava Baudelaire, “è l’unica in grado di accogliere insieme l’oggetto e il soggetto”.

 
Gilberto Borghesi, fotografo professionista trentino, allievo di Keith Carter e Mauro Fiorese. Nel 2005 rappresenta l’Italia alla finale europea del Fujifilm Euro Press Photo Awards. Nel 2014 mette a punto “evanescenza”, un procedimento grazie al quale riesce a sviluppare i suoi scatti su supporti e in dimensioni non convenzionali.
Made 514, inizia a muoversi nel mondo dei graffiti agli inizi degli anni ’90, parallelamente alla carriera artistica legata alla scultura e alla pittura. Dipinge ed espone nelle maggiori rassegne in varie città italiane ed estere, tra cui la Biennale di Venezia,  il Museion di Bolzano, lo Stroke Art Fair di Monaco, l’Ayden Gallery di Vancouver.
Giorgia Pasolli, negli ultimi anni Giorgia Pasolli si specializza in montaggio audiovisivo alla Scuola Civica di Cinema di Milano. Nel 2013, con la ricostruzione storica “Come l’ombra i giorni nostri”, vince il primo premio al concorso Montagnaambiente ed Energia del Trento Film Festival. Tra i suoi lavori, il video “Accept Change as Inevitable” realizzato per il Mart e il docufilm “Wall Lettering”.
Luca Pichenstein, sociologo. Terminati gli studi, si dedica all'organizzazione di eventi artistici come il “Post-factum” di Trento e il Festival laboratoriale/rassegna artistica “Wall Lettering”.
Dal 2013 progetta e conduce laboratori per il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

L’esposizione, curata da Pichenstein, rimarrà visitabile solo su appuntamento fino al 17 gennaio.

testo di Paolo Forno

giovedì 30 ottobre 2014

#dontstealmybike a #Como by #Opiemme #traffickills #streetscape

October 2014, Como, Italy


OPIEMME - Don’t steal my freedom, 2014
Located in Piazza Volta, Como
Monument to Bicycle’s freedom

A public installation for Comon and Streetscape3





Photo by: Emanuele Scilleri

mercoledì 29 ottobre 2014

DOG by MP5 @ EGO GALLERY Lugano

Vernissage della Mostra di MP5

opening_ Friday 31st October, 5.30 pm

dates_ 31st October to 2th December 2014

Quello che ci restituisce MP5 è uno spazio letterario. Le sue immagini sono costruzioni colme di riferimenti e simboli, che mettono in scena apparizioni delle quali non conosciamo né le cause né le conseguenze. DOG diventa così il titolo ermetico di un romanzo dalla trama oscura, ambientato in uno spazio dai contorni mitici, percepibile come lo spazio dell'interiorità. Protagonisti sono al tempo stesso l'individuo e l'artista; l'azione è lo slancio che tende verso la conoscenza, e che MP5 trasforma in un monumento scolpito in bianchi assoluti e neri profondi.
Laszlo Biro

EGO GALLERY
Via Luigi Canonica 9, CH-6900 Lugano
web: http://www.egogallery.ch/
email: info@egogallery.ch,
tel: +41 (0)79 280 40 53

free entry

opening hours:
Ma-Ve: 14:00-19:00/ Tue-Fri: 2 pm-7 pm
Sa: 10:00-18:00/ Sat: 10 am-6 pm

martedì 28 ottobre 2014

The Colors of the World: personale di Gattonero - Report di Cosimo Griso Alfarano



Mercoledì 22 ottobre, presso Il Piccolo in via Delio Tessa a Milano,ha avuto luogo l'inaugurazione della mostra personale di Gattonero, esponente di spicco della Street art italiana.
Inserita nel programma dell'edizione 2014 di BRERART, la mostra, dal titolo The colors of the world,non è una semplice esposizione ma una sintesi artistica sui concetti di multiculturalità e globalizzazione, espressi sfruttando l'iconografia delle bandiere, figure di un mondo in continua evoluzione.
Paradossalmente,il messaggio che ne viene fuori è la decadenza dei simboli stessi, fagocitati dal rapido processo di globalizzazione, artefice della perdita del senso di identità culturale.



Le tele esposte sono accompagnate dalle poesie di Luigi Cannone, un connubio che nasce da quello spirito di collaborazione presente nelle jam.Vi è, da parte loro, un intento comune di sviluppare lo stesso messaggio,da qui,il tentativo di sdoganare la poesia nella street art per rafforzare i concetti espressi dalle opere.



Quanto sia complessa l'attività creativa di Gattonero è dimostrato da una seconda esposizione,"INFERNO, il piccolo VASO DI PANDORA", presentata nello stesso luogo ed in contemporanea  con la prima. Una mostra nella mostra che tratta il delicato argomento della "rinascita del femminismo",traendo spunto dai moti femministi degli anni Sessanta e arrivando verso un mettere in luce alcuni aspetti del maschilismo riscontrabili attualmente.


Anche in questo caso le simbologie giocano un ruolo fondamentale: l'artista dimostra un uso sapiente del sarcasmo,reinterpretando modi di dire ed atteggiamenti della società moderna a discapito di alcune rappresentazioni di figure femminili, come la "donna caffettiera", brillante riferimento al fenomeno sociale denominato "soffitto di cristallo". Con questo binomio di termini si intende riflettere sulla difficile scalata sociale per I ruoli professionali delle donne, che spesso hanno difficoltà ad arrivare a posizioni manageriali o di potere, appunto il soffitto di cristallo.



Il Vaso di Pandora secondo Gatto Nero è proprio la rappresentazione di questa questione, ovvero le discriminazioni all’interno degli ambienti lavorativi oltre che a quelli che possono avvenire all’interno di un ambiente domestico.


La mostra resterà aperta fino al prossimo 22 novembre.

Cosimo Griso Alfarano

All pictures Courtesy: Cosimo Griso Alfarano

lunedì 27 ottobre 2014

JAM PIRATA 3.0 - Graffitismo e Archeologia industriale di Giada Pellicari




E’ da diverso tempo che mi occupo di Writing e in particolar modo della sua relazione con lo spazio urbano, ma raramente ho pubblicato testi inerenti al rapporto riscontrabile tra graffitismo e aree dismesse, un aspetto che risulta fondamentale per comprendere alcune nuove dinamiche di riappropriazione dello spazio che si possono constatare come parte integrante della scena. Proprio per questo motivo la Jam Pirata 3.0, un evento avvenuto alcuni giorni fa all’interno di un’ex fabbrica a Baranzate, si pone come un progetto interessante sia per come è stato realizzato sia per le intenzioni che lo sottendono, oltre che come un esempio peculiare ai fini di questo discorso.




Per realizzare questo articolo sono stata aiutata da Cosimo Griso Alfarano, street photographer specializzato nel reportage di eventi e nella ritrattistica, di cui questo articolo mostra alcune foto, che mi ha raccontato il progetto così: “Il collettivo Pirata Riot è nato circa due anni fa come realtà legata alla musica elettronica e con attitudine hip hop, il cui passato si è caratterizzato per varie occupazioni in linea con i principi della cultura underground. Si sono stabiliti da pochi mesi nell'ex Leon Beaux, una fabbrica d'armi, conosciuta come ex polveriera, abbandonata da anni e diventata la nuova Proprietà Pirata. Più che un collettivo, il Pirata Riot Club è un progetto autogestito di riqualificazione, attraverso lo sviluppo di iniziative socio-culturali che riflettono il background dei suoi componenti, staccandosi da una realtà sempre più piegata ai fini commerciali. In questo ambito si è sviluppata la Jam Pirata 3.0, un evento che è partito dall'idea di realizzare una giornata all'insegna dell'hip hop ma, data la vicinanza con alcuni esponenti del Writing milanese, si è presto trasformato, tramite il passaparola, in una grande jam con una line up di tutto rispetto.”






Penso che questa Jam Pirata e il progetto del collettivo in sé possano essere un esempio peculiare per discutere del rapporto che si può riscontrare tra graffitismo e l’archeologia industriale, una definizione con la quale si denominano quelle architetture costruite prevalentemente durante la rivoluzione industriale che, successivamente al loro abbandono, sono divenute dei luoghi spesso lasciati al decadimento temporale. Sono degli edifici che presentano, però, anche un forte potenziale, poiché  possono assumere nuove caratteristiche nella loro funzionalità, tramite un processo allo stesso tempo di riappropriazione e di riqualificazione. Accade, infatti, sempre più spesso che queste aree il più delle volte vengano restaurate per scopi culturali, divenendo in certi casi nuovi poli museali, centri di studi, oppure luoghi di aggregazione sociale.




Nel mondo del Writing la riappropriazione degli spazi urbani è uno degli elementi caratterizzanti la disciplina stessa, ma quello che reputo relativamente nuovo nell’utilizzare queste aree dismesse, deriva dalla loro capacità di cambiare la fruizione dello stesso fenomeno.  Se, di fatto, prima il Writing veniva fruito in strada, sia da parte di chi lo praticava che dal normale abitante della città, o attraverso le arterie dei mezzi pubblici, quindi in maniera quotidiana e per certi versi semplice e diretta, nel caso di queste aree dismesse il più delle volte la fruizione avviene tramite l’utilizzo del mezzo fotografico e la sua traslazione nel mondo dei social network. Sostanzialmente quindi si va a determinare una visione tramite una temporalità in differita, soprattutto nel caso in cui i pezzi vengano realizzati in maniera illegale, anche per la difficoltà fisica di raggiungimento dei luoghi.






Vi sono molti esempi interessanti da questo punto di vista, basti pensare a tutti i complessi industriali lasciati abbandonati a Detroit, che è divenuta nell’ultimo decennio una vera e propria mecca per i writer, oppure, guardando a più vicino, si può riscontrare questo fenomeno nell’ area di Marghera in provincia di Venezia, nel quale si possono vedere molti lavori di Peeta, di Capo e degli RGB (di cui ho già scritto qui). Spesso queste aree vengono utilizzate anche per la realizzazione di video, alcuni dei quali poi sono divenuti dei reali fenomeni virali, come il caso esemplare di Limitless di Sofles, che è stato realizzato in un luogo abbandonato per il quale è stato chiesto il permesso, oppure il suo precedente intitolato Infinite, che invece è stato ripreso in un effettivo ambito di illegalità. Anche a Berlino si possono riscontrare luoghi di questo tipo, come l’EisFabrik, una fabbrica di ghiaccio in decadimento e Teufelseberg, una stazione spia abbandonata, in cui i graffiti sono divenuti gli aspetti fondamentali caratterizzanti i posti stessi, che si pongono effettivamente come degli edifici di difficile accesso.




Jam Pirata si può considerare, secondo queste coordinate analizzate in precedenza, come un caso intermedio, poiché si tratta di un’effettiva occupazione di uno spazio dismesso da parte di un collettivo, con l’intenzione però di aprirlo al pubblico, quindi con la possibilità di fruire i pezzi direttamente dal vivo e non solamente tramite dei mezzi di ripresa. Il posto infatti è stato occupato da tre mesi da un gruppo di circa venti persone, con l’intenzione di creare un circolo culturale che si possa proporre come uno skatepark, uno spazio aperto alla musica e una grande galleria d’arte urbana, dati i 50.000 metri quadrati a disposizione.
Solitamente i progetti di graffitismo legale vengono proposti alle amministrazioni con l’intento di proporre una forma di riqualificazione di luoghi in decadimento o che hanno bisogno di una “rinfrescata”, in realtà non riflettendo sulle dinamiche temporali e sulle problematiche di una partecipazione attiva, oltre che l’accettazione, da parte della comunità. La riqualificazione infatti può porsi come una conseguenza di una certa tipologia di un vissuto quotidiano, non tanto come l’importazione di un fare artistico con l’utilizzo il più delle volte inconsapevole del termine “arte pubblica”, termine che non può e non deve essere assimilato alle esperienze del Writing, dato che si tratta di un linguaggio codificato.






Nel caso di Baranzate credo che l’aspetto di riqualificazione possa nascere più che altro da una dimensione quotidiana e sociale del fare Writing, oltre ad altre esperienze culturali, che deve essere legato prevalentemente ad una dimensione relazionale. E’ in realtà quest’ultimo l’aspetto fondamentale che può, di fatto, determinare una riqualificazione di un luogo e dargli una connotazione diversa.
Un caso fortunato di riconversione di una zona che ha delle peculiarità per certi versi simili a Baranzate è quello di Metelkova, ex complesso militare a Lubiana che ho visitato l’anno scorso, nato successivamente ad un’occupazione da parte di associazioni indipendenti di artisti e intellettuali per evitarne la demolizione. E’ un luogo che si pone ora come una delle zone più vive della città poiché sono nati lì un museo, delle associazioni culturali, alcuni centri sociali, dove il Writing viene vissuto come esperienza quotidiana e parte integrante del posto stesso.




Jam Pirata 3.0, che ha visto la partecipazione di diversi writer, può allora essere considerata come l’input iniziale di un percorso che, se portato avanti coerentemente, può dar vita ad un nuovo centro di produzione culturale secondo delle dinamiche completamente diverse rispetto a quelle nate da origini istituzionali.

Giada Pellicari



Per la realizzazione di questo articolo: Grazie a tutti i ragazzi di Proprietà Pirata e a Cosimo Griso Alfarano

All Pictures Courtesy: Cosimo Griso Alfarano
Guarda la gallery completa qui


venerdì 24 ottobre 2014

Moving Forward – Outdoor a Roma di Gloria Viggiani



Oggi ho avuto l'occasione di trovarmi con la curatrice di Outdoor, Antonella Di Lullo che mi ha raccontato il dietro le quinte di questo festival che inaugurerà il 25 Ottobre all' ex dogana di San Lorenzo, nel cuore di Roma. Arrivato alla sua quinta edizione.
Arrivato alla sua quinta edizione, il festival dal titolo Moving Forward è il frutto delle quattro edizioni precedenti che sono avvenute nella zona Ostiense, quartiere della capitale, arricchitosi di ben 11 interventi. La programmazione dell' anno scorso si componeva di un muro dipinto dall' artista Rero all' interno dell' Università Roma Tre e della realizzazione di due mostre fotografiche: quelle di Martha Cooper e di Niccolò Beretta in cui l' approccio alla fotografia si basa su due versanti differenti.
Si è concluso il ciclo dei quattro anni con la realizzazione attraverso il crowdfunding dell' opera di Sten & Lex a Garbatella, uno dei quartieri più emozionante della nostra città, mentre in contemporanea all' interno del teatro Palladium è stato realizzato il muro di Luca di Maggio intitolato Moving Forward. Lavoro che è stato l’ ispirazione per dar vita a quest' ultima edizione, dove l' intento principale è quello di voler riflettere su uno stato dell' arte, vicino al mondo della street art.

Ph: Matteo Armellini

Questa edizione si sposta nel quartiere romano di San Lorenzo all'interno di una delle struttura all'epoca funzionale per la città e il quartiere, la vecchia dogana di Roma che venne dismessa nel 2010. Rimasta abbandonata si trasforma in questo fattore integrante per questo progetto culturale curato da Nufactory, per il quale c’è anche l’ idea che questo posto non esisterà più ed entrerà in scena il fenomeno dell' effimero, che colpisce la maggior parte delle opere in strada. Anche qui alla dogana materialmente tutte le opere andranno a morire e vivranno per noi solo un mese ma continueranno a vivere grazie alla collaborazione con Google culture institute, infatti attraverso i mezzi di Google street view verranno mappati questi lavori che rimarranno permanenti sul web, che assume un ruolo fondamentale per questo movimento insieme alla comunicazione.

JB Rock, Roma, 2014

Quest' anno l' organizzazione vuole sdoganare i canoni di realizzazione usati fino ad oggi lanciando una vera e propria sfida agli artisti che si sono trovati a relazionarsi con uno spazio differente, ovvero al chiuso con l’ obiettivo di riuscire ad emozionare attraverso l’arte e una location riportata in vita. Per un mese le persone che attraverseranno questo spazio e lo potranno fruire in maniera del tutto differente. Differenti infatti sono anche le caratteristiche principali di quest' anno: si può pensare ad Outdoor come ad una biennale con un pizzico di provocazione.
Sono state aperte relazioni e dialoghi e partnership culturali con diverse ambasciate del territorio che hanno accolto con grande entusiasmo il progetto Moving forward. Così ogni nazione avrà il suo padiglione che ospiterà l artista proveniente dal proprio stesso paese.

Brus, Dublino, 2014

Sei padiglioni rappresenteranno l'arte di diverse nazioni, mentre ne esiste uno per Roma, dove troviamo protagonista finalmente il Writing nella sue vesti più complete con Brus (sdt-moas), Hoek (aeroes-mas)ed Ike (aeroes-mas), figure rappresentative ed attive della scena romana, che hanno pienamente accettato e sono riusciti nella sfida di colpire con l arte il fruitore.

Ike, Milano, 2014
Hoek, Brescia, 2014

Antonella di Lullo, curatrice del progetto, dopo avermi accompagnata per i padiglioni della dogana mi ha raccontato della scelta di questi artisti.
Nel padiglione Roma cuore della dogana troviamo tre writer, questa più che una scelta è voluta essere un vero e proprio omaggio a questa cultura e alla scena romana, dando la possibilità al pubblico di osservare la tecnica e la potenza estetica dei graffiti con un tempo di fruizione a ritmo di museo. Troviamo poi una piccola stanza dedicata alle ricerche dei più giovani tra cui Jack Fox dal Sud Africa e TNEC, artista romano, che si trovano faccia a faccia con due stili opposti ma uniti nella freschezza della ricerca, mentre successivamente il lavoro di DOT DOT DOT, artista norvegese. Proseguendo abbiamo un’installazione del artista francese Thomas Canto e di fronte l’ artista Giapponese Lady Aiko.

Dot Dot Dot, Nuart Festival, 2014

Thomas Canto, Parigi, 2014

Segue il corridoio dipinto da Galo artista scelto dalla curatrice per il lavoro e per dare spazio alla sua città natia Torino che possiede un panorama noto e importante a livello artistico.
A sorpresa un Buff Monster, che non era stato inserito nella line up, ma che, a seguito di circostanze fortuite è intervenuto con un lavoro.

Buff Monster, New York, 2014

A darvi il benvenuto sarà il padiglione Italia con l' intervento site specific di JB Rock, una stanza che, come mi ha spiegato la curatrice, è stato il work in progress per eccellenza con un continuo relazionarsi allo spazio. Lo stesso è stato per il duo greco Blaqk i quali messi alla prova, hanno realizzato un intervento molto geometrico impreziosito dalla calligrafia per una stanza geometrica ma irregolare. Seguendo troviamo l’artista Laurina Paperina, scelta per le sue visioni colorate con i suoi cartoon dall’ humour allegro e tragicomico. 

Laurina Paperina, San Francisco, 2014

Faith47, CapeTown, 2014

Nel corridoio che segue l' intervento di Faith 47 che è stata la prima a dare inizio al processo pittorico di questo spazio. Infine troviamo all' esterno l'opera di arte contemporanea dell' artista Davide Dormino, che però lo spettatore potrà viversela solo guardandola dall’ interno. Ma il senso del opera va più a fondo del semplice gioco, ridando vita ad un binario morto, dando così il via ad un discorso di rianimare ciò che non è più in uso, un po’ il concept di questo festival.
Durante l' opening del 25 Ottobre ci sarà la presentazione del catalogo edito da libri Drago, nel quale sarà racchiuso il percorso di questi cinque anni a ritroso a partire quindi dall' ultima edizione. E’ un catalogo principalmente fotografico che raccoglie tutte le foto delle opere lasciate in strada nei quattro anni di festival, e una sezione di eventi speciali come le mostre e gli interventi dislocati per la città.
Il festival durerà un mese: nei weekend lo spazio sarà aperto al pubblico con diverse attività culturali al di là della mostra e ci saranno delle visite guidate sia all’ interno che all’ esterno dell' ex dogana.


Gloria Viggiani

Tutte le immagini sono prese da pagine facebook. 
Foto copertina: Blaqk, Traffic Design Festival, 2013
Presto la gallery dei lavori realizzati in occasione di Outdoor.


giovedì 23 ottobre 2014

CASUALE by Mr. Fijodor @ Carpi (MO)

https://www.facebook.com/events/1498452583774529

#URBANITE: socialità semplice e sottopassi riqualificati

Caricamento in corso

Eh niente, ieri ero particolarmente polemico contro chi ritiene che nel naturale movimento di persone e idee vi si nasconda il male e che la loro tanto sbandierata patria natìa possa essere invasa dal vil nemico neanche fossimo la Terra Promessa. Migrare è la regola, non l'eccezione: si migra per inseguire un sogno, un amore, un ideale. Si migra per stare con le persone amate o per portare le persone amate lontano da situazioni pericolose per la loro incolumità. Migrare è naturale: lo fanno gli uccelli e gli animali, trasporta idee e innovazioni lontano e le riporta a casa, lo fecero tanti nomi storici che hanno contribuito alla crescita del mondo. Migrare è necessario, non è un crimine. Ho pensato di sfruttare una piccola area del ghetto rimasta tanto tempo inutilizzata per divulgare questo messaggio, aiutato dalla confortante figura di Paddington Bear: "MIGRATION IS NOT A CRIME", supportato dal mio personale aforisma "SIAMO TUTTI FIGLI DELLO STESSO CIELO". La realizzazione non entrerà di sicuro nei libri di storia dell'arte ma mi auguro che il messaggio martelli nelle menti della gente che passerà da quelle parti come un mantra.

Caricamento in corso


Sabato invece è stata una vera figata: ragazze e ragazzi hanno invaso il ghetto armati di bombole, pennelli, rulli, macchine fotografiche e quant'altro e hanno passato un'intera giornata di socialità semplice, chiacchierando e dipingendo. Persino i vecchietti che passavano per andare in piazza rimanevano stupiti della semplicità e della solarità con cui siamo soliti trascorrere i week end: il loro celebre motto "i giovani d'oggi non hanno voglia di fare niente" viene smantellato e rottamato da evidenti dimostrazioni di buona volontà come quella data sabato! Qualcuno ancora passa da quelle parti bofonchiando e lamentandosi ma, com'è noto ai più, la terza età porta con sé una notevole dose di invidia a volte.

C'è ancora moltissimo lavoro da fare in quel sottopasso ma ci auguriamo che col supporto di tutti quell'area possa presto diventare il fiore all'occhiello della comunità e una porta d'ingresso alla città di cui andare fieri.

Caricamento in corso
Caricamento in corso
Caricamento in corso


mercoledì 22 ottobre 2014

WIZ ART body painting @ BACARO (BG)


Giovedi sera avremo una performance live di BODY PAINTING. In cabina di magia ci sarà il nostro Wiz Art: muri, corpi, vetrate, tele... non c'è nulla che non riesca a dipingere ma noi siamo di parte quindi Giovedi lo vedrete coi vostri occhi!
Visto che anche l'orecchio vuole la sua parte, a dare supporto con le note più TRASH che abbiate mai sentito ci saranno fedeli I Tarzanelli.
Dulcis in fundo: le ragazze che si esibiranno e che per una sera sapranno cosa vuol dire essere la "Monna Lisa". E qui entrate in gioco voi: vi mostreremo le ragazze scelte per Giovedi e voi potrete con i Like/Condivisioni/Commenti darci un'indicazione su quale ragazza vorreste vedere.
Visto che non vogliamo fare scontento nessuno, nè le ragazze nè il pubblico, nel prossimo evento di BODY PAINTING si esibirà colei che non si esibirà Giovedi 23. Come direbbero da qualche parte "it's a WIN WIN situation"



martedì 21 ottobre 2014

Stasera PAO+WANY @ Milano

Milano, 21-31 ottobre 2014
IL CIRMOLO ANTIQUARIATO Via Fiori Chiari, 3 Milano | Esposizione degli artisti PAO e Mr.Wany.

lunedì 20 ottobre 2014

Arrestato BANKSY?

La notizia corre velocissima, salta di bocca in bocca, di bacheca in bacheca: un noto quotidiano online comunica che il più noto street artist, videomaker e attivista politico al mondo è ora nelle mani di Scotland Yard e addirittura sono pronti a divulgare la mugshot e le generalità.

Panico, sgomento, disagio. Dopo anni e anni di anonimato tutto il castello di ombre costruito ad arte per proteggere la sua identità sta per crollare definitivamente. Manovra mediatica concepita a tavolino? Ennesimo trucco per sviare i tanti appassionati che indagano sul celebre artista inglese?

No, stavolta purtroppo pare non sia così. Oggi, signore e signori, quella firma così nota anche ai profani ha un volto: secondo il  il vero nome di BANKSY è Paul Horner, ha 35 anni ed è nato a Liverpool. Il noto quotidiano inoltre riporta le dichiarazioni della polizia:

"We had a 24-hour Anti-Graffiti Task Force monitoring different groups where Banksy was known to frequent. We received word that around 2am a group of individuals left a flat speculated to be one of Banky’s art studios. This group was followed by agents and once vandalism had occurred, we then arrested the group, 5 men total. These individuals all had ID on them except for one, and that is the one we believed to be Banksy,” Edwards said. “We then raided the studio where this group was last seen leaving from. Inside we found thousands of dollars of counterfeit money along with future projects of vandalism. We also found a passport and ID of a Paul Horner who matched the description of the man that we are currently holding.” Edwards continued, “Horner is currently being held without bail on charges of vandalism, conspiracy, racketeering and counterfeiting. We are also holding the other four individuals whose names we are not releasing at this time."

Che poi se indaghi a fondo questa notizia puzza veramente di fake. Poi magari è solo una mia impressione ed effettivamente la task force contro i temibili nemici del decoro ha dato i suoi frutti dopo tutte le migliaia e migliaia di sterline spese però ci sono tantissime cose che sembrano talmente create ad arte da dare a tutta questa faccenda quel retrogusto di immane str*nz*ta.


Qualcuno sul web l'ha già definita la palla dell'anno e sono perfettamente d'accordo con questa colorita definizione. Del resto non c'è cosa più facile che tirare fuori il banksico coniglio dal cilindro una volta ogni tanto e recitare un abracadabra che possa attirare l'attenzione di quanti stavano cominciando a stufarsi dei trucchetti da imbonitore delle celebri task force antigraffiti che devono in qualche maniera giustificare il faraonico budget di cui dispongono.

(Paul Horner's photo by AP Photo/Dennis System, File)
link taken on National Report
 
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Ahahah LOL, ecco sbucare infine la verità, svelataci una volta per tutte dal nostro amico e follower Lorenzo: il National Report è un sito di notizie di satira e il sottoscritto come tanti altri blog è stato bellamente gabbato! Effettivamente troppe campane suonavano stonate!