Oggi è il giorno dei piccoli grandi miracoli quotidiani. Lo è sempre stato, da quando sono nato fino a quando morirò. Per quanto il caldo possa infastidirmi e deconcentrarmi, questo giorno che per la maggior parte della gente è insignificante, per me è una tappa per capire che effettivamente è estate. In parole povere se non ci fossero i quattro di luglio nella mia testa non scorrerebbe nemmeno il tempo. Quando ero bambino quattro di luglio voleva dire soprattutto mega-gavettonate degne di un conflitto mondiale, Liquidator che comparivano come funghi in mano a bambini non ancora sotto il giogo di mamme iperprotettive, giovani che correvano in costume per le strade del mio disperso paese di campagna e neanche l'ombra di una macchina. Passavamo dalle 10 alle 14 ore per strada e nei campi, armati come dei piccoli guerriglieri o a fare rifornimento presso i vari lavatoi del paese, sparando a qualsiasi cosa si muovesse, giovane o anziano che fosse, umano o meno! Poi la sera le porte delle case come per magia si aprivano, le ragazze in hot pants (amo i gloriosi anni 90) prendevano le biciclette e i ragazzi (che ora sono tutti sposati con figli) insidiavano il loro bel fiore, noi bambini a cena rimanevamo estasiati davanti allo spettacolo dei fuochi d'artificio che la televisione ci mostrava dall'altra parte dell'oceano... Chi avrebbe mai immaginato che un giorno tutto quello che ci sembrava quotidiano ci sfuggisse di mano per non tornare mai più?
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