Marco "KayOne" Mantovani, classe 1972, è da molti anni uno dei nomi di riferimento del writing milanese. Conosciamolo meglio ponendogli qualche domanda:
Cosa ne pensi dell’attuale scena europea e internazionale?
Parlerò di Writing, perchè è di questo che mi occupo. Una storia infinita, un movimento che non muore mai e che sa ogni giorno rivoluzionarsi rimanendo identico a se stesso. Nuovi writer che nascono, molti Highlander che resistono (la mia categoria), nuovi stili, tecniche, novità tecnologiche e di marketing... insomma un vero fermento che da quando dipingo non ho mai visto arrestarsi, questo mi fa sorride e mi mantiene in qualche modo vivo.
Parlerò di Writing, perchè è di questo che mi occupo. Una storia infinita, un movimento che non muore mai e che sa ogni giorno rivoluzionarsi rimanendo identico a se stesso. Nuovi writer che nascono, molti Highlander che resistono (la mia categoria), nuovi stili, tecniche, novità tecnologiche e di marketing... insomma un vero fermento che da quando dipingo non ho mai visto arrestarsi, questo mi fa sorride e mi mantiene in qualche modo vivo.
Chi e cosa ha ispirato il tuo stile?
Tutto quello che ho visto, tutto quello che vedo, quello che mi circonda e in qualche modo mi colpisce e mi rimane addosso. Che sia lettering, puppet, grafica, pubblicità, stampa o arte, amo la creatività è il mio cibo e quello di cui non potrei mai fare a meno. Amo le cose fatte bene, studiate e realizzate con il giusto tempo... forse per questo o sempre privilegiato il muro rispetto al bombing, è la mia scelta, quello che ritengo giusto per un writer, non sarei mai stato in grado di accontentarmi dell'adrenalina.
Quanto ci hai messo a trovare le tue forme e il tuo stile?
Tutta una vita, nel senso che lo stile cambia e quando pensi di aver conquistato qualcosa un minuto dopo ti sei superato, cambiato, maturato... penso che ogni stagione avrà uno stile per ora mi accontento di sapere di non aver mollato mai, proseguo nella mia ricerca.
Riesci a vivere solo dipingendo o lavori anche in altri campi?
Come ti ho detto prima, per me è fondamentale creare... dipingere per strada, dipingere su tela, organizzare eventi legati al nostro mondo... il mio mondo, fare grafica, ricerca, essere vivi per me vuol dire appassionarsi a queste cose, e nella mia vita non sarei mai riuscito a fare un lavoro che non avesse tutto questo nella quotidianità... sono momenti duri, ci si sbatte ma riusciamo a rimanere a galla, l'importante e respirare per arrivare al prossimo muro, la prossima tela.
Qual'è a tuo avviso il futuro della street art?
Mi basterebbe sapere qual'è il futuro del Writing... conoscere anche quello del grande contenitore Street Art è veramente dura, auguro però alla Street Art tutta la fortuna che hanno avuto i Graffiti, 40 anni di storia non sono da tutti e arrivarci così è splendido!
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