A fine Dicembre Kennyrandom ha tenuto con il fiato sospeso tutta la città di Padova.
Grazie alla sua idea della caccia al tesoro, un dono come l'ha chiamata lui, ha mobilitato tantissime persone alla ricerca dei suoi lavori. La caccia, durata all'incirca due giorni, si basava sulle foto che l'artista pubblicava costantemente sulla sua pagina facebook, dando così alle persone numerosi indizi.
Ma conosciamo meglio il lavoro di Kennyrandom, un artista che continua a stupire la città di Padova grazie alla costante evoluzione della propria pratica, mettendone in luce gli aspetti storici.
Parlare di linguaggi urbani a Padova significa
trattare quello che è stato il clima delle banche, un posto che si è sviluppato
come luogo di aggregazione e di fucina culturale per quelle che sono
considerate le discipline appartenenti
al mondo hip-hop: vale a dire, breaking, skating e graffiti. Discipline che,
inizialmente, a metà degli anni Ottanta vengono praticate indifferentemente dagli
artisti, i quali a seguire negli anni sono andati a specializzarsi nella scelta di un ramo o di un altro. Kennyrandom nasce
proprio all’interno di questo clima e può essere considerato come uno dei primi
iniziatori della scena urbana. Appassionato
di skating si avvicina infatti al mondo delle banche fin da ragazzino,
firmandosi inizialmente nei primi graffiti con la tag Crazy. Si può pensare che
dal punto di vista artistico ciò che ha dato origine al mondo dei graffiti padovani,
caratterizzati da una buona qualità fin dai primi pezzi, sia stato il contatto
con il mondo bolognese, dovuto all’incontro con Rusty che, per certi versi, ha
influenzato altri artisti come Boogie, Zagor e Trace, i primi writers a
muoversi a Padova oltre a Kennyrandom.
Foto preso dal FB di Kennyrandom, indizio
La particolarità di Kennyrandom, nonché
la sua cifra distintiva, è quella di
essere riuscito a creare un character o puppet pienamente riconoscibile dal
punto di vista stilistico, che ormai viene accettato e “aspettato” nei muri
cittadini. I lavori di Kennyrandom, infatti, da molti anni sono diventati una
cifra distintiva del centro storico di Padova e si impostano come delle
creature che dialogano con la città. Si possono trovare su dei muri storici, su
di oggetti strani, “incastrati” spesso sotto ai portici e creano delle
autentiche inquadrature cinematografiche, trasformando un luogo in un set come
se fosse un allestimento studiato appositamente dall’artista. Gli aspetti più interessanti di Kennyrandom, e forse
quelli che hanno portato alla sua popolarità, sono quindi la capacità di creare
stupore e la scelta strategica di dove operare, creando dialoghi e rimandi con
le architetture.
La tipologia del personaggio di
Kennyrandom, che fa parte di una produzione risalente fino a due anni fa, consiste in un character caratterizzato da
grandi labbra e occhi chiusi, ma soprattutto dalla particolarità di essere il più delle volte monocromatico,
come se con un segno veloce (e Kennyrandom è veloce), riuscisse ormai a
delineare un marchio sui muri. Se effettivamente nel caso del Lettering o del
graffito la velocità si trasforma nella realizzazione di una Tag (firma veloce)
o di un Throw Up (scritta realizzata velocemente a uno o due colori), si possono
vedere questi lavori come dei Throw Up da parte dell’artista, anche se
figurativi.
Foto preso da FB di Kennyrandom, indizio
Negli ultimi anni vi è stata un’evoluzione stilistica che però
è rimasta sempre fedele all’originale, tant’è che di questo personaggio sono
apparse sui muri le versioni maschili, femminili, ad angelo, a “scheletro”, ma,
cosa molto interessante per l’evoluzione degli ultimi lavori, vi è stata la produzione di alcune ombre o
“echi” che scaturivano dal protagonista della composizione, realizzando così un
muro a canone come quello che si può vedere, ad esempio, in Piazza Capitaniato.
Nell’ultimo anno Kennyrandom ha stupito
nuovamente la città, dove in questo caso è egli stesso a “scrivere su muri” grazie
alla presenza di una “figura ombra”, la quale può essere vista come una sorta
di alter-ego dell’artista. Ecco perché la parete composta ad echi è importante
per la comprensione dei nuovi lavori.
Un termine da utilizzare quando si parla
dei suoi lavori e della sua capacità di relazionarsi con i muri è quello di “Site-specificity”,
che significa un lavoro realizzato appositamente in situ. In realtà molto
spesso l’arte legata ai graffiti può essere vista come una sorta di site-specificity,
nel senso che già la scelta del muro in
sé, che diviene il supporto dove avviene la gestualità del segno e dove il lavoro
vive davvero, implica una caratterizzazione di specificità. Nel caso di
Kennyrandom oltre a questo, si potrebbe parlare in inglese di “fit” del
murales, ovvero dell’esserci dentro e pienamente adattato alla zona prescelta.
In questo caso l’uomo ombra degli ultimi
murales viene creato grazie all’utilizzo di uno stencil, vale a dire grazie
alla realizzazione di una sagoma di cartone. Si può pensare a un utilizzo dello
stencil che stilisticamente si può riconoscere di origine parigina, che
storicamente vede tra i suoi protagonisti artisti come Blek le Rat, Mesnager e
Némo, i quali si possono ritenere come i veri iniziatori di questa tipologia di
arte (ricordiamo che il più noto e famoso Banksy, di Bristol, arriva dopo).
Foto presa dal Fb di Kennyrandom, indizio
L’utilizzo dello stencil ora è un
supporto usuale nell’ambito delle discipline della Street Art (la stessa
definizione è problematica dal punto di vista teorico, ma si può parlare di discipline
perché all’interno si potrebbero delineare dei sottoinsiemi, come la Sticker
Art, la Stencil Art, ecc.), ma l’aspetto su cui bisognerebbe porre attenzione è come
in realtà questo utilizzo dello stencil
possa essere ricondotta alle teorie della postproduzione, soprattutto
nel momento in cui gli stencil utilizzati non sono figurazioni originali.
Questa perciò si imposta come una
pratica artistica che diviene usuale in molti contesti dell’arte contemporanea,
non solamente in quello urbano e, in questo senso, si potrebbe riflettere su
come in realtà vi siano molte corrispondenze ideali e di contenuti, per forza
di cose, tra arte fuori (soprattutto riferibile ai contesti della creatività
amatoriale) e dentro le gallerie.
Nel caso di Kennyrandom il personaggio
oltre a dialogare con le architetture, dialoga anche con gli altri elementi che
lo circondano e che sono dipinti amabilmente dall’artista, il quale per qualità
estetica è un maestro, dove protagonisti sono farfalle (già presenti nella precedente
produzione di Kennyrandom), personaggi noti come Snoopy o altri characters
dalle fattezze fumettistiche. In molti casi infatti l’ “uomo ombra” pratica una
vera azione con loro, come quando fa uscire le farfalle dal cappello o dalla
terra (si vedano ad esempio i lavori in Via Vescovado e in Via Roma), o come
quando è fedelmente accompagnato da un gattino, che spesso cammina sui segni
realizzati dall’artista.
L’aspetto ultimo che vuole trattare
questo articolo è come la produzione dei lavori per strada abbia portato
l’artista a una produzione di lavori su tele, stampe, ma anche a quella che è
una linea di abbigliamento. La cosa interessante da precisare è come in realtà
il brand Kennyrandom, fosse già un brand prima di questo,
nel senso che la cifra stilistica è talmente forte e riconoscibile che nella
sua originalità si imposta come marchio. In questo contesto si potrebbe vedere
l’artista come un direttore creativo a 360 °, vale a dire di opere su muri,
opere su tele e, sì, opere anche su altri contesti. Si ricordano ad esempio gli
artisti Marc Jenkins, uno street artist che lavora principalmente sulle tematiche
della postproduzione (es. i suoi parcometri trasformati in lollipops) e Ji Lee,
il quale lavorando ugualmente sul tema della postproduzione in strada (si
vedano le bubbles inserite nei cartelloni pubblicitari), sia successivamente
diventato uno dei creativi più richiesti al mondo, dove da direttore creativo
di Google è passato ad essere quello di Facebook.
In molti casi infatti l’arte e la
produzione creativa si vanno ad unire, creando dei lavori di significazione
diversa ma che possono essere entrambi qualitativamente molto alti, soprattutto
nel momento in cui un artista si trova a lavorare come direttore creativo di se
stesso su più fronti.
Giada
Pellicari
Alberto Martin, grande dj hip hop, ha trovato durante la caccia un lavoro di Kennyrandom