Esce oggi la seconda parte del report sulla Street Art a Miami di Egidio Bianco. Per leggere la prima parte andate qui .
Wynwood Walls, se possibile, rappresenta una sorta di
galleria nella galleria: un’esposizione di Street Art sotto il sole nel centro
esatto del quartiere, esso stesso, come visto, una gigantesca vetrina di
creatività artistica. Questo luogo, oggi visitato giornalmente da centinaia di
turisti, era banalmente un complesso di magazzini con annessi parcheggi e
garage che nel 2009 fu acquistato da un certo Tony Goldman. La storia di questo
personaggio parla da sé. Goldman è diventato multimilionario attraverso
importanti affari immobiliari ed era molto conosciuto negli Stati Uniti come “community revitalizor”, ovvero uno dei migliori
interpreti di quei fenomeni di gentrification
di cui si è detto nel breve excursus iniziale.
Con questo ruolo ha contribuito a creare l’immagine godereccia e vitale della
South Beach che conosciamo oggi, e nelle stesse vesti ha investito su Wynwood e
sulla Street Art cogliendo nel segno. Si nota come le pareti di questi spazi
siano state trasformate in enormi tele ognuna assegnata a un artista differente;
e così le porte dei garage del cortile adiacente. Ovviamente, come ogni buon
museo che si rispetti, ogni opera è illustrata con autore, titolo ed anno di
esecuzione da una placchetta applicata a muro.
Wynwood Walls - Vhils |
È ardua impresa scegliere dei
pezzi in particolare tra le moltitudini qui presenti, soprattutto perché il
curatore, Jeffrey Deitch, dal 2009 a oggi ha chiamato molte delle figure più
altisonanti della scena americana e mondiale. Tra gli artisti presenti,
ricordiamo: Obey, Futura 2000, Kenny Scharf, Phase 2, Lady Pink, Swoon, Retna, Faile,
Ron English, Logan Hicks tra i rappresentanti statunitensi; poi ancora Os
Gemeos e Nunca dal Brasile; Roa, Vhils, Saner & Sego, Liqen e Stelios
Faitakis dall’Europa: e la lista proseguirebbe ancora.
Wynwood Walls - Ron English |
L’accesso a Wynwood Walls è completamente gratuito ma
sono i due ristoranti, uno dei quali interamente tappezzato dai poster di Obey,
a ricordarci la parte più speculativa dell’investimento di Goldman, che accanto
alla valorizzazione della Street Art ha cercato di offrire servizi a una zona
molto carente da questo punto di vista affinché potesse divenire più
attrattiva.
Wynwood Walls - Nunca |
Ripensando ad altre enclaves
dell’ arte urbana nel mondo come l’East End di Londra, in particolare
Shoreditch, oppure Kreuzberg a Berlino, entrambe aree dove con la Street Art si
organizzano tour turistici e dove sono passati la maggior parte dei grandi nomi
internazionali, vedo con Wynwood alcuni punti in comune pur cogliendo una
differenza sostanziale: mentre Shoreditch e Kreuzberg sono due quartieri che
oramai fanno parte del centro allargato delle due rispettive città, dove la
vita e le brulicanti attività umane si svolgono in maniera indipendente
rispetto alla presenza di pareti dipinte, Wynwood, per la sua conformazione
industriale e la sua riconversione iniziata relativamente di recente sembra
quasi un ambiente astratto, metafisico, dove tutto è in silenzio e a parlare
sono solo i muri, le porte, i segnali stradali e qualsiasi altro supporto utile
e coperto di spray, poster, stickers e quant’altro.
Miss Van |
Una zona franca, un paese
di Bengodi dove tutto è concesso, un grande circo della Street Art in continua
espansione, e non riesco a capire sino a che punto questo sia un bene o sia un
male. Non ho mai visto una tale concentrazione di muri dipinti in uno spazio
così grande (per avere un’idea provate a osservare la mappa su questo sito: http://www.wynwoodmap.com/).
Certamente molto interessante e intrigante è il fatto che
quasi tutto è recente, si vedono artisti
al lavoro e si sente odore di vernice; tutto è in fermento, e anche se intere
strade sono sature di colore, molte altre nei paraggi sono pronte ad ospitarne
di nuovo. L’altra faccia della medaglia è che, forse, si rischia di ghettizzare
la Street Art in luoghi specifici, non valorizzandola invece quale forma di
arte pubblica, come tale quindi presente in tutte le aree della città e
visibile a chiunque. Nel caso di Wynwood mi sento di dire che l’effetto è
talmente sorprendente che il gioco vale la candela.
Wynwood Walls - Stelios Faitakis |
Più avanti, all’interno di un cortile lussureggiante di
palme ed altre piante, fanno capolino dietro le fronde, come in una piccola
foresta onirica, surreali bestie dipinte dalla bomboletta sapiente di uno che
la sa lunga come Kenny Sharf. In lontananza su un grande spiazzo si affacciano
alte fronti cieche completamente istoriate e pitturate. Ma questa è ancora
un’altra storia.
La visita di Wynwood termina ad un evento del Winter
Music Conference situato nel cortile di una fabbrica dismessa: all’interno una
moltitudine di graffiti sottolinea ancora una volta la vocazione di Wynwood. E
a noi questa sua vocazione piace.
12. Wynwood Walls - Logan Hicks |
Report di Egidio E. Bianco
Ph: Egidio E.Bianco
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