Si
è appena conclusa sotto il cocente sole di Malta la seconda edizione dello Sliema
Street Art Festival, una manifestazione che ha coinvolto tutto il litorale
dell’amministrazione di Sliema con musica, eventi e live painting mentre è
stato scelto un altro sito per la realizzazione di opere la cui permanenza è
legata al breve tempo di vita dello stesso, considerato il suo stato di
abbandono e il progetto di ricostruzione che lo riguarda. Il festival,
organizzato dall’agenzia locale Add More Colors, costituisce una notevole
apertura e presa di coscienza da parte di una piccola realtà come Malta (poco
più che quattrocentomila abitanti complessivi) ai linguaggi creativi che oggi
la cultura urbana è capace di offrire evidentemente non solo nelle grandi
metropoli.
Il
parterre artistico che ha preso parte
all’evento è costituito da un mix di artisti locali e un giusto equilibrio tra
nomi meno noti e firme che hanno già ottenuto credito e considerazione a
livello internazionale. Questa varietà la ritroviamo riflessa nei differenti
codici figurativi messi in scena durante i tre giorni del festival. La Street
Art in senso proprio, ben rappresentata da Telmo Miel e MTO su tutti, non
monopolizza il panorama ma accompagna altre forme di estro artistico che dal
Writing, con Sofles, Pantone e Bond, si dirigono verso i disegni pavimentali anamorfici
di Alex Maksiov e Vera Bugatti, e toccano alcune delle nuove frontiere della
correzione creativa dell’ambiente urbano come il cosiddetto Yarn Bombing; in
conclusione non mancano nemmeno i video, rappresentati dalla film maker
australiana Selina Miles, passata recentemente alla cronaca per la
realizzazione dell’ormai popolare video
Limitless, con Sofles come protagonista.
Tutto
ciò è stato accompagnato dall’organizzazione di eventi musicali e altre
esibizioni atletico-sportive che hanno completato l’atmosfera di una festa che nell’alta
stagione turistica di Malta è stata anche orientata nel senso di un attrazione
per visitatori esterni. La manifestazione in questo senso presenta più i crismi
di un evento effimero di richiamo, come del resto la maggioranza degli Street
Art festivals, che di un progetto vero e proprio che coinvolga più stabilmente
la società e il paesaggio urbano maltese.
Un
vecchio complesso residenziale chiamato “White Rocks” con vista mozzafiato
sulla costa è stato trasformato nel centro nevralgico della produzione
artistica del festival. In questo ambiente spettrale e un poco inquietante gli
artisti hanno letteralmente tatuato di forme e colori i decadenti muri degli
edifici. Le superfici esterne di piccoli camion e tavole posizionate sulla
strada del lungomare sono invece state i principali supporti delle
dimostrazioni artistiche realizzate a Sliema.
Sofles, Light Photography by Selina Miles |
Faccia
già conosciuta da queste parti, in quanto già partecipante alla prima edizione,
Sofles, con la sua proverbiale sfacciataggine creativa si è esibito in prove
per ogni differente palato: formazioni di lettere di ogni foggia, una massiccia
presenza di throw up, tag e brillanti disegni figurativi rappresentano un
saggio delle sue straordinarie doti da funambolo delle arti urbane. Cosi, una
parete rotta che si apre su altri spazi del complesso può diventare anche
l’occasione per realizzare una solida composizione in prospettiva; lettere che
sembrano liquefarsi sono ispirate dal muro di contenimento di quella che era
una piscina e fronteggiano un ulteriore Sofles, questa volta ispirato dalle
stelle e dalle costellazioni. L’artista australiano trasforma le fatiscenti
strutture di White Rocks in un parco giochi per lo sfoggio di azioni freestyle
ad alto coefficiente tecnico e spettacolare.
Se
Sofles colpisce per la sua straordinaria versatilità, il duo olandese Telmo
Miel stupisce per la nitidezza realistica dello stile, che richiede ai due
artisti lunghe sedute caratterizzate da continui e differenti “tocchi” di
spray. Ma il realismo delle singole parti si carica di una differente
connotazione di foggia pop-surreale nella composizione d’insieme. I due artisti
si divertono a sperimentare combinazioni di indole chimerica, formate da parti
antropomorfe che si uniscono a forme zoomorfe o a rappresentazioni di queste,
come nel caso di un luccicante cavallo la cui cesura nel centro ne separa la
parte effettiva in senso naturale da quella “artificiale”, quest’ultima
costituita da una sua riproduzione nel formato di un pallone gonfiabile da
luna-park.
Telmo Miel, Add more colors fb page |
Pantone
e Bond Truluv arricchiscono la scena del writing del festival con pezzi dalle
lettere declinanti su piani di geometria a volte rigorosa, ma che rilascia una
sorta di sottofondo psichedelico, formule severe di universi lontani e appena
percepiti. I due si fronteggiano sulle fiancate di uno dei tanti van messi a
disposizione dall’organizzazione dando vita a due galassie parallele in cui la
freddezza del reticolato optical di Pantone acquieta i bollori esplosivi dei
caratteri di Bond, che perdono materialità mentre si caricano di bagliori,
lampi di luce e colori infuocati.
Pantone e Bond, Add more colors fb page |
Altro grande
protagonista è MTO, i cui giganteschi personaggi che si stagliano sulle
facciate degli edifici di mezza Europa giungono sino a Malta e lo fanno in un
modo abbastanza scomodo a giudicare dalla situazione in cui si trova il
gigantesco bagnante che fa capolino sulle pareti del lungomare di Sliema. La
difficoltà ritratta nel suo volto è il riflesso di quello che lo stesso artista
francese spiega essere la rappresentazione dell’accesso in Europa attraverso
Malta, con chiaro riferimento al problema dell’immigrazione via mare che la
piccola isola del Mediterraneo, come l’Italia del resto, si trova ad
affrontare. Il furore da festival di Street Art ha contagiato anche Malta.
Mto, fb page |
Egidio Emiliano Bianco
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