lunedì 22 settembre 2014

Liberi – Il documentario sull'arte urbana fiorentina – Intervista di Giada Pellicari



Da pochi giorni è uscito un nuovo documentario inerente al mondo del Writing e della Street Art, intitolato Liberi. Un progetto nato a Firenze da un giovane regista già molto attivo, che per due mesi ha focalizzato la propria attenzione verso tutte le forme dell'arte urbana di questa città.
Io e Julien Vannucchi ne abbiamo parlato in questa intervista. 


Giada: Com’è nato il progetto Liberi e quanto tempo è durata la ricerca a riguardo?
Julien: Il progetto se si considera anche il docufilm (perché ho fatto uscire due versioni del progetto) mi ha tenuto occupato per un anno intero circa. Diciamo che il grosso del documentario si è svolto in due mesi seguendo una decina di artisti e programmando una decina di interviste.


G: Il documentario comincia con un’intervista a Clet per continuare attraverso il dialogo con diversi esponenti del mondo dell’arte urbana fiorentina fino ad arrivare ai “madonnari”. Perchè la scelta di intervistare un gruppo così eterogeneo di persone invece che focalizzarsi su di un movimento più specifico? Com’è la scena dell’arte urbana a Firenze e chi sono i punti di riferimento principali?
J: Effettivamente si potrebbe e si dovrebbe secondo taluni sezionare l’arte di strada in tre branchie principali: i graffiti , la “street art” nella sua accezione più larga e i pezzi autorizzati . Non ho fatto questa suddivisione all’interno del documentario proprio perché man mano che andavo avanti con le riprese mi accorgevo che tutti gli artisti, anche se con scuole di pensiero diverse riguardo il modus operandi, condividevano bene o male tutti quanti lo stesso spirito di ribelle; anche i Madonnari che “culturalmente” sono perfettamente integrati nell’ ecosistema dell’arte fiorentina. Gli spazi a Firenze per poter dare sfogo al proprio estro creativo paradossalmente sono molto pochi: ciò non ha fermato i ragazzi dal prenderseli chiaramente. Preferirei non fare un nome piuttosto che un altro, quello che mi ha colpito recentemente sono le incursioni condivise da tutti questi artisti che per aumentare la cassa di risonanza del loro messaggio decidono di organizzarsi assieme mettendosi ad un tavolo con 30/40 artisti diversi, come l’intervento sulle finestre chiuse di un paio di giorni fa.


G: All’interno del documentario vengono affrontati anche la questione dell’illegalità e il rapporto con le istituzioni, dato che a Firenze sono molto forti il vincolo paesaggistico e quello della sovrintendenza. Qual è effettivamente la relazione esistente con le istituzioni e in cosa consiste la critica implicita che viene mossa all'ex sindaco Renzi?
J: La critica non è mossa direttamente alle politiche e all’assessorato di Firenze ma al sistema politico italiano che per regolamentare un movimento artistico che ha quasi 70 anni di storia si rifà ancora oggi ad un testo di legge dell’epoca fascista. Le soluzioni che possono vagliare i comuni diventano di conseguenza parziali ritornando così al meccanismo dello “scarica barile” all’italiana. Renzi era sindaco quando stavo filmando e ovviamente chiesi anche alla sua segreteria di poterlo incontrare, cosa che risultò impossibile nonostante l’insistenza per via dell’ascesa politica del nuovo premier di cui constatiamo tutti tristemente i risultati. Nel salone dei cinquecento un paio di anni fa Matteo Renzi si farciva la bocca di educazione/cultura/arte mettendo pure come banner pubblicitario di se stesso un’immagine che raffigurava i Madonnari, che cosa si è ottenuto? Un sottopassaggio dove la responsabilità legale viene fatta rimbalzare tra comune di Firenze e Ferrovie dello stato……intanto chi lo pulisce e lo cura a gratis è Toto dinamite.


G: Spesso nei documentari o nei film inerenti a questi fenomeni si vede solamente la parte favorevole e raramente quello che è il contraddittorio. In questo caso, invece, avete parlato anche con quelli che a Firenze vengono chiamati “gli angeli del bello”, ovvero coloro che rimuovono i pezzi. Cosa ne è emerso dalle tue discussioni con loro e dalla ricerca effettuata? 
J: Ringrazio anche loro per la disponibilità offertami anche se non condividiamo le stesse idee. Non credo che siano persone totalmente insensibili al mondo dell’arte di strada, anzi subito la nostra discussione ricordo era esordita con “belli i pezzi di Hogre !! quelli non li togliamo mai”. E’ che ancora una volta parlano i fatti come per Renzi/Nardella & giunta annessa: ciò che vedo sono anche pezzi di qualità rimossi dall’oggi al domani senza alcun metro di giudizio giusto e comprensivo (sulle tag del palazzo storico fiorentino ci possiamo anche trovare d’accordo). Spero che un domani si possa riconoscere in maniera più appropriata il lavoro di questi artisti e che l’esposizione mediatica di quest’interventi possa incidere realmente sul cambiamento delle nostre città.


Qui di seguito il documentario completo





Tutte le immagini courtesy Method

Intervista di Giada Pellicari

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