Marotta & Russo
Monster ID
A cura di Martina Cavallarin
Via Lunigiana angolo Via Copernico
15 giugno – 14 settembre 2016
Monster ID
A cura di Martina Cavallarin
Via Lunigiana angolo Via Copernico
15 giugno – 14 settembre 2016
Marotta & Russo sono un duo di artisti che lavora insieme dal 1995.
La loro ricerca disegna i confini espressivi e concettuali di un
personale neoumanesimo digitale votato alla sperimentazione dei
linguaggi e delle logiche postdigitali contemporanee. Monster ID è la
loro prima mostra personale a Whitelight Art Gallery.
Marotta & Russo lavorano sulla comunicazione e la manipolazione dei segni che trovano nel mondo e che restituiscono secondo la loro privata visione. Si tratta di un punto di vista che comprende testi e sottotesti della cultura digitale, sviluppati attraverso la coniugazione espressa dai nuovi media. L’indagine si svolge nella direzione del passaggio che va dall’individuale al collettivo, dal personale al plurale per effettuare l’esplorazione necessaria del paesaggio contemporaneo.
I linguaggi impiegati vanno dal video all’installazione, dalla fotografia alla costruzione di pannelli su stampa digitale la cui unicità risiede, anche, nell’elaborazione compiuta da macchinari che inevitabilmente escono dalla produzione con la conseguente irriproducibilità dell’opera nel tempo.
Marotta & Russo riprendono oggetti e soggetti simboli della nostra società traducendoli, nel costruire e realizzare l’opera, in un’altra forma attraverso un procedimento di rielaborazione che ci conduce di continuo dal dato reale all’esperienza digitalmente estesa. La struttura della loro poetica artistica s’innesta in una visione democratica che intercorre tra le cose implicando una conversione di oggetti e luoghi, segni e simboli, spiazzamenti e percorsi verticali e orizzontali tra dentro e fuori, dato esperibile e tangibile, e interfaccia tecnologica. La distinzione tra dati e certezze, effettuata da Marotta & Russo, spoglia la struttura della nostra visione esteriore sbalzandoci in una contro realtà. L’opera finale prodotta non disarma comunque lo spettatore, ponendolo frontale a un lavoro che taglia e innesta complessità e domande attraverso un allestimento scenico di macchine moltiplicate e cromatismi che intercedono con la progettualità interna del processo. Quello di Marotta & Russo è un linguaggio davvero del qui e ora che indaga la complessità di un mondo in vorticosa e veloce trasformazione, mondo i cui effetti ci sono sconosciuti e imprevisti, inserito in una forma d’interrogazione sociale mai celata, ma protocollata e legiferata dal territorio impertinente dell’arte, inteso questo come diffusore di una pratica di relazione volta al confronto e all’interrogazione necessaria sulla direzione ineluttabile del destino collettivo.
Il lavoro di Marotta & Russo ci trasporta nel Raum heideggeriano inteso come delimitazione studiata, ma anche come centro d’accoglienza per i profughi del presente. Raum anticamente significava “un posto reso libero per un insediamento di coloni o per un accampamento” (Martin Heidegger, L’arte e lo spazio, Il Nuovo Melangolo, Genova, 1997), un limite quindi, che come intendono i greci con la parola péras non è la fine di qualcosa, bensì un inizio, un ambiente soggettivo in cui l’uomo impara a convivere con se stesso e a conoscersi. Lì vige sicurezza ed emarginazione, lontananza dal vedere e dal sentire, immersione nella privata visione, nel territorio della restituzione di un pensiero che fornisce la possibilità di entrare e uscire senza soluzione di continuità, per intraprendere un viaggio che costituisce un pericolo come tutte quelle rotte che, come afferma André Gide, solo il coraggio permette di tracciare distanti dalla costa, per affrontare le acque abissali dell’arte, universali e senza coordinate, laddove esiste la scoperta e le sue incognite.
Cenni biografici:
Stefano Marotta è nato a La Chaux de Fonds (CH) nel 1971, vive a Udine (I). È docente presso la scuola di “Nuove Tecnologie per l’Arte” dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, nonché cofondatore e Visual Designer presso “eflux”, digital studio di Udine.
Roberto Russo è nato a Udine (I), dove vive, nel 1969. È docente presso la scuola di “Nuove Tecnologie per l’Arte” dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, nonché cofondatore e Concept Designer presso “eflux”, digital studio di Udine.
Installazioni Pubbliche Permanenti e Collezioni
2012
In Teoria, installazione, collezione permanente di “Casa Cavazzini - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea”, Udine; Due+, installazione, collezione permanente della “Fondazione Ado Furlan”, Pordenone;
2011Due+, installazione site specific, Parco di Palazzo Rota, San Vito al Tagliamento (Pn);
Mousetrap, installazione interattiva multicanale, collezione permanente di Rhizome - New Museum, New York, USA. 2010eFlux, installazione site specific, Centro Piscine, Caldogno (Vi).
2008
Timeline, stampa inkjet su carta, collezione permanente dell’Università degli Studi di Udine.
2002Avatar Project, sito web, nell’ambito di “Current Positions of Italian Netart”, collezione permanente del “JavaMuseum -Forum for Internet Technologies in Contemporary Art” (javamuseum.org);Avatar Project, sito web, collezione permanente di Rhizome - New Museum, New York, USA.
Premi
2010
Premio In Sesto, a cura di Emanuela Pezzetta, Antico Ospedale dei Battuti, San Vito al T. (Pn).
2005Premio Pagine Bianche d’Autore 2004/2005, a cura di Luca Beatrice, Seat Pagine Bianche.
2003
The Classic II Exhibition, Electrohype-ROM (electrohype.org), Malmö, Svezia.
Mostre Personali Selezionate
2013
&, a cura di Martina Cavallarin, scatolabianca(etc), Milano. 2011Are You Human?, Spazio Ultra, Udine;Due+, a cura di Denis Viva, Fondazione Furlan, Pordenone. 2009
Out of Order, Design Center, San Donà di Piave (Ve).
2007Più che Reale Virtuale, a cura di Angelo Bertani, Associazione Culturale Colonos, Villacaccia (UD). 2006Marotta & Russo, a cura di Riccardo Caldura, Galleria Comunale Contemporaneo, Mestre (Ve); Object Oriented, a cura di Luca Beatrice, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze;ObjectKit, a cura di Alberto Zanchetta, Andrea Arte Contemporanea, Vicenza.
2005Pattern, a cura di Gianluca Marziani, Stop Sistemacreativo, Roma.2004Under the Domain Name, Teatro San Giorgio, Udine;Avatar Project, a cura di Gianluca Marziani e Sabrina Zannier, 3g Arte Contemporanea, Udine.
Mostre e Rassegne Selezionate
2015
0m/no place to hide, a cura di Martina Cavallarin e Stefano Monti, Galleria Comunale D’Arte Contemporanea di Monfalcone, Monfalcone (Go);Verbovisioni - Esperienze fra parola e immagine all’Accademia di Belle Arti di Venezia, a cura di Riccardo Caldura, Magazzino del Sale 3, Venezia;
2014
DE.fragmentation/ University
of Maine, a cura di BridA/Tom Kerševan, Sendi Mango, Jurij Pavlica,
IMRC Center, University of Maine, USA;DE.fragmentation/GRO, a cura di
BridA/Tom Kerševan, Sendi Mango, Jurij Pavlica, GRO Gallery, Campus
Allegro, Jakobstad, Finlandia.
2013
Stendardi d’Artista, Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (Co);Festival Internazionale di New Media Art Pixxelpoint 2013 - DE.fragmentacija/ DE.fragmentation,
a cura di BridA/Tom Kerševan, Sendi Mango, Jurij Pavlica, Nova Gorica
City Gallery, Nova Gorica, Slovenia;Open 16, a cura di Paolo De Grandis e
Chiara Scarpa, Lido di Venezia, Venezia;Art Stays 2013 - Expose New
Media, a cura di Jernej Forbici, Museo Regionale di Ptuj, Ptuj
(Slo);Paesaggi Contemporanei - Reale e Immaginario in una terra di
Confine, a cura di Alessandro Fontanini e Chiara Santi, Chiesa di Santa
Maria dei Battuti, Cividale del Friuli (Ud).
Official Partner
Copernico Milano
A glass of beer offered by
WARSTEINER
Ufficio Stampa
Marta Menegon
Whitelight Art Gallery
M +39 3475810150
E m.menegon@whitelightart.it
www.whitelightart.it
Marotta & Russo lavorano sulla comunicazione e la manipolazione dei segni che trovano nel mondo e che restituiscono secondo la loro privata visione. Si tratta di un punto di vista che comprende testi e sottotesti della cultura digitale, sviluppati attraverso la coniugazione espressa dai nuovi media. L’indagine si svolge nella direzione del passaggio che va dall’individuale al collettivo, dal personale al plurale per effettuare l’esplorazione necessaria del paesaggio contemporaneo.
I linguaggi impiegati vanno dal video all’installazione, dalla fotografia alla costruzione di pannelli su stampa digitale la cui unicità risiede, anche, nell’elaborazione compiuta da macchinari che inevitabilmente escono dalla produzione con la conseguente irriproducibilità dell’opera nel tempo.
Marotta & Russo riprendono oggetti e soggetti simboli della nostra società traducendoli, nel costruire e realizzare l’opera, in un’altra forma attraverso un procedimento di rielaborazione che ci conduce di continuo dal dato reale all’esperienza digitalmente estesa. La struttura della loro poetica artistica s’innesta in una visione democratica che intercorre tra le cose implicando una conversione di oggetti e luoghi, segni e simboli, spiazzamenti e percorsi verticali e orizzontali tra dentro e fuori, dato esperibile e tangibile, e interfaccia tecnologica. La distinzione tra dati e certezze, effettuata da Marotta & Russo, spoglia la struttura della nostra visione esteriore sbalzandoci in una contro realtà. L’opera finale prodotta non disarma comunque lo spettatore, ponendolo frontale a un lavoro che taglia e innesta complessità e domande attraverso un allestimento scenico di macchine moltiplicate e cromatismi che intercedono con la progettualità interna del processo. Quello di Marotta & Russo è un linguaggio davvero del qui e ora che indaga la complessità di un mondo in vorticosa e veloce trasformazione, mondo i cui effetti ci sono sconosciuti e imprevisti, inserito in una forma d’interrogazione sociale mai celata, ma protocollata e legiferata dal territorio impertinente dell’arte, inteso questo come diffusore di una pratica di relazione volta al confronto e all’interrogazione necessaria sulla direzione ineluttabile del destino collettivo.
Il lavoro di Marotta & Russo ci trasporta nel Raum heideggeriano inteso come delimitazione studiata, ma anche come centro d’accoglienza per i profughi del presente. Raum anticamente significava “un posto reso libero per un insediamento di coloni o per un accampamento” (Martin Heidegger, L’arte e lo spazio, Il Nuovo Melangolo, Genova, 1997), un limite quindi, che come intendono i greci con la parola péras non è la fine di qualcosa, bensì un inizio, un ambiente soggettivo in cui l’uomo impara a convivere con se stesso e a conoscersi. Lì vige sicurezza ed emarginazione, lontananza dal vedere e dal sentire, immersione nella privata visione, nel territorio della restituzione di un pensiero che fornisce la possibilità di entrare e uscire senza soluzione di continuità, per intraprendere un viaggio che costituisce un pericolo come tutte quelle rotte che, come afferma André Gide, solo il coraggio permette di tracciare distanti dalla costa, per affrontare le acque abissali dell’arte, universali e senza coordinate, laddove esiste la scoperta e le sue incognite.
Cenni biografici:
Stefano Marotta è nato a La Chaux de Fonds (CH) nel 1971, vive a Udine (I). È docente presso la scuola di “Nuove Tecnologie per l’Arte” dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, nonché cofondatore e Visual Designer presso “eflux”, digital studio di Udine.
Roberto Russo è nato a Udine (I), dove vive, nel 1969. È docente presso la scuola di “Nuove Tecnologie per l’Arte” dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, nonché cofondatore e Concept Designer presso “eflux”, digital studio di Udine.
Installazioni Pubbliche Permanenti e Collezioni
2012
In Teoria, installazione, collezione permanente di “Casa Cavazzini - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea”, Udine; Due+, installazione, collezione permanente della “Fondazione Ado Furlan”, Pordenone;
2011Due+, installazione site specific, Parco di Palazzo Rota, San Vito al Tagliamento (Pn);
Mousetrap, installazione interattiva multicanale, collezione permanente di Rhizome - New Museum, New York, USA. 2010eFlux, installazione site specific, Centro Piscine, Caldogno (Vi).
2008
Timeline, stampa inkjet su carta, collezione permanente dell’Università degli Studi di Udine.
2002Avatar Project, sito web, nell’ambito di “Current Positions of Italian Netart”, collezione permanente del “JavaMuseum -Forum for Internet Technologies in Contemporary Art” (javamuseum.org);Avatar Project, sito web, collezione permanente di Rhizome - New Museum, New York, USA.
Premi
2010
Premio In Sesto, a cura di Emanuela Pezzetta, Antico Ospedale dei Battuti, San Vito al T. (Pn).
2005Premio Pagine Bianche d’Autore 2004/2005, a cura di Luca Beatrice, Seat Pagine Bianche.
2003
The Classic II Exhibition, Electrohype-ROM (electrohype.org), Malmö, Svezia.
Mostre Personali Selezionate
2013
&, a cura di Martina Cavallarin, scatolabianca(etc), Milano. 2011Are You Human?, Spazio Ultra, Udine;Due+, a cura di Denis Viva, Fondazione Furlan, Pordenone. 2009
Out of Order, Design Center, San Donà di Piave (Ve).
2007Più che Reale Virtuale, a cura di Angelo Bertani, Associazione Culturale Colonos, Villacaccia (UD). 2006Marotta & Russo, a cura di Riccardo Caldura, Galleria Comunale Contemporaneo, Mestre (Ve); Object Oriented, a cura di Luca Beatrice, Sergio Tossi Arte Contemporanea, Firenze;ObjectKit, a cura di Alberto Zanchetta, Andrea Arte Contemporanea, Vicenza.
2005Pattern, a cura di Gianluca Marziani, Stop Sistemacreativo, Roma.2004Under the Domain Name, Teatro San Giorgio, Udine;Avatar Project, a cura di Gianluca Marziani e Sabrina Zannier, 3g Arte Contemporanea, Udine.
Mostre e Rassegne Selezionate
2015
0m/no place to hide, a cura di Martina Cavallarin e Stefano Monti, Galleria Comunale D’Arte Contemporanea di Monfalcone, Monfalcone (Go);Verbovisioni - Esperienze fra parola e immagine all’Accademia di Belle Arti di Venezia, a cura di Riccardo Caldura, Magazzino del Sale 3, Venezia;
2014
DE.fragmentation/
2013
Stendardi d’Artista, Museo d’Arte Contemporanea, Lissone (Co);Festival Internazionale di New Media Art Pixxelpoint 2013 - DE.fragmentacija/
Official Partner
Copernico Milano
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Marta Menegon
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E m.menegon@whitelightart.it
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