Si terrà dal 25 marzo all'11 aprile la personale milanese di Francesco Barbieri presso lo Studio D'Ars di Daniele Decia, che ormai si è imposto come uno dei luoghi di riferimento in Italia per l'esposizione di artisti provenienti dal mondo del Writing e della Street Art.
Francesco Barbieri, in realtà, aveva già esposto in quella sede
nell'ambito della mostra 20 X 20 dove aveva presentato una serie di lavori su
carta incentrati sulle stazioni ferroviarie e su quelle della metro. Una serie
di piccole dimensioni, ma che aveva la capacità di svilupparsi come una
narrazione fluida e continuativa se vista nella sua totalità.
Fin dagli inizi nel suo lavoro sono state presenti queste tipologie di
soggetti, che ben rispettano e rispecchiano la pratica che l'artista ha sempre
avuto come writer in strada. E', di conseguenza, una doppia valenza quella che
l'artista porta all'interno delle sue opere, perchè parte dal vissuto da writer
ma si sviluppa attraverso una visione più iconica e complessiva, da fruitore
dei luoghi quale è. Risulta, dunque, fondamentale per comprendere il suo approccio, ricondurre
l'aspetto estetico definitivo a quello processuale che esiste da parte sua nel respirare i luoghi contemporanei. Quello che ci dà Francesco
Barberi è, infatti, uno sguardo sullo spazio urbano tipico di chi vive la città
e la trasforma grazie al proprio intervento, riportando su tela o su carta
l'immaginazione nata da quello che vede quotidianamente e andandolo a
riconvertire in spaccati completamente nuovi che esistono solo nel suo immaginario,
ma che hanno una matrice di ispirazione fortemente realistica.
Berlin tunnel |
Rooftops |
La sua pratica artistica si snoda attraverso la realizzazione di
paesaggi urbani, i quali, dal punto di vista critico, possono essere ricondotti
ad una definizione esistente in letteratura, quella di cultural landscapes.
Quest’ultimi derivano da una matrice teorica ben specifica e riconducibile
al geografo Carl Sauer, con cui si intendono principalmente dei paesaggi
naturali cambiati attraverso l’esperienza di gruppi culturali e che sono stati
costruiti dalla mano dell’uomo. Anche gli stessi scritti di Adorno ne sono
densi, ad esempio quando nella sua Teoria Estetica porta la differenza tra
“Natural Beauty” e “Cultural Landscape”, una diversità che, in realtà, risale
ad una tradizione romantica.
In questo modo Francesco Barbieri ci dà delle visioni che sembrano
come delle fotografie a lunga esposizione, nitide nelle linee, focalizzate
sull'architettura e sull'intero paesaggio, piuttosto che sul particolare, ma in
alcuni casi con dei lampi di tonalità accese che vanno ad accentuare il
contrasto con il nero dei soggetti.
Landscape n.40 |
Tutta la pratica dell'artista d'altronde può essere benissimo
ricondotta alla tradizione della critica urbana, che ha visto, in passato,
anche delle correlazioni con gli scritti di Italo Calvino, cosa che comunque
appare anche nelle intenzioni del curatore Daniele Decia, il quale ha riportato nel
comunicato della mostra la bellissima frase contenuta in Se una notte d'inverno un
viaggiatore... :
“Le stazioni si somigliano tutte; poco importa se le luci non
riescono a rischiarare più in là del loro alone sbavato, tanto questo è un
ambiente che tu conosci a memoria, con l’odore di treno che resta anche dopo
che tutti i treni sono partiti, l’odore speciale delle stazioni dopo che è
partito l’ultimo treno”.
Giada Pellicari
Qui di seguito le info e il teaser della mostra:
STUDIO D'ARS
via Sant’Agnese 12, Milano
FRANCESCO BARBIERI - THE BEAUTY OF UGLINESS
A cura di Daniele Decia
Opening 25 marzo ore 18.00
Dal 25 marzo all’11 aprile 2014
Dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19
oppure su appuntamento contattando danieledecia75@gmail.com www.francescobarbieri.eu
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