mercoledì 13 ottobre 2010

Troviamo un accordo

Ci sono angoli di mondo dimenticati da Dio e dagli uomini in cui si nascondono autentici capolavori, aree metropolitane che senza questi istanti di colore sarebbero ore grigie. Perchè lasciare all'abbandono questi spazi anzichè destinarli alla creatività? Cosa si nasconde dietro al disinteresse nei confronti di una forma d'arte che ormai è stata ufficialmente riconosciuta a livello globale?

All'inizio degli anni ottanta la street art in generale era prerogativa quasi esclusiva degli Stati Uniti e difficilmente l'eco di quelle voci attraversava l'oceano e arrivava alle nostre orecchie. Ma ora, nell'era di Internet e del mondo globalizzato in cui i confini e le distanze sono formalità molto spesso ignorate, qual'è la scusa?

Il disinteresse riguardo la street art dei cosiddetti "esperti" si sta assottigliando nel corso degli anni ma ancora non è all'altezza delle effettive capacità degli artisti. Il vero problema sta a mio avviso negli enti che riconoscono nel writer un nemico e non un alleato a cui affidare i propri muri grigi. Come sottolineava Jinko in un post di qualche giorno fa la mancanza di rispetto e di educazione porta il vandalo con la bomboletta (non il writer, intendiamoci) ad apporre troppo spesso la propria tag su monumenti storici, rovinando in questo modo tutto il lavoro che negli anni si sta cercando di fare per portare all'interno di un circuito "riconosciuto" la street culture.

Troppe città sono letteralmente tappezzate da questo fenomeno di vandalismo gratuito ai danni dei writers seri e volenterosi che mettono la loro creatività al servizio della comunità. Il problema sta nell'educazione che nel corso degli anni è andata svanendo, molto spesso anche a causa nostra. Siamo noi, editori di blog, e voi, writers e street artists, ad avere l'obbligo morale di prendere provvedimenti a riguardo e di introdurre chiunque sia realmente interessato in questo movimento meraviglioso che è la street culture. La tag sul monumento storico non è arte, è vandalismo puro e semplice!

In città come Napoli, Roma, Milano e Torino il comune (o chi per loro) dovrebbe istituire delle aree urbane su cui il writer può esercitare la propria arte, dei muri che altrimenti andrebbero ingrigiti dal tempo e dallo smog. Le crew di quelle città dovrebbero periodicamente prendersi la briga di coprire i vecchi murales consumati imbiancando e dando nuovo spazio dove prima non c'era. In campagna è tutto più facile, muri liberi ce ne sono tanti, non chiedono altro di essere considerati degni di indossare dei graffiti ma anche in quelle zone i comuni dovrebbero essere interessati a preservare il decoro estetico evitando di lasciare all'abbandono aree industriali, organizzando o appoggiando eventi e feste per la riqualifica urbana come sta facendo Ponzano Veneto.

Fondamentalmente non è difficile, basta solo usare il cervello!

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