venerdì 11 febbraio 2011

Quando “l’arte fa bene al cuore”

Da due anni ormai, nei locali della Struttura Complessa di Cardiologia dell’Ospedale Ca’ Foncello a Treviso, viene allestita una mostra di durata annuale dal titolo “L’Arte fa bene al cuore”. Nata dall’iniziativa del primario dottor Zoran Olivari, alludeva all’auspicio che le opere esposte attirassero l’attenzione dei presenti dando loro un certo rilassamento.

Dopo la prima edizione assolutamente positiva, che vide la partecipazione di sei artisti, Romano e Ruggero Abate, Olimpia Biasi, Paolo del Giudice, Francesco Stefanini e Pietro Slongo, ed un critico, Ennio Pouchard, fu presa la decisione di portare avanti il progetto anche per l’anno successivo, questa volta con la partecipazione di Elsa Dezuanni, come curatrice, e delle pittrici Maria Baldan, Brigitte Brand, Mirella Brugnerotto e Lina Sari. Questa seconda edizione ha confermato l’alto gradimento da parte dei pazienti, dei loro accompagnatori e del personale ospedaliero. Alla luce di tutti questi feeback positivi si è deciso di proseguire con questa terza edizione, ormai decisi ad affrontare la via dell’evento con cadenza annuale.

Anche per quest’anno (inaugurazione della mostra avvenuta ieri pomeriggio) prosegue la collaborazione con i curatori, Dezuanni e Pouchard, mentre si rinnova la scelta degli artisti con le presenze di Franco Batacchi, Abdallah Khaled, Mario Martinelli e Tobia Ravà.

L’intento degli organizzatori è quello di suscitare sensazioni di lievità con le opere esposte, secondo la libera interpretazione di ogni singolo artista.

Batacchi attraverso il mito rassicurante della grande madre comune, impresso nelle “Veneri italiche” che attualmente sono il tema unico del suo lavoro. Khaled, algerino d’antico ceppo berbero, con il racconto di favole dipinte in colori sontuosi, che portano atmosfere da mille e una notte. Martinelli con forme familiari ritagliate da reti metalliche e fissate alle pareti, che generano sensazioni di ombre, per la finta trasparenza del materiale, e destano così vaghe quanto preziose sensazioni di ricordi. Ravà, appassionato cultore di ricerche legate alla cultura ebraica, offrendo esempi di una figurazione basata sulle infinite varianti numeriche sviluppabili con una personale lettura della Kabbalah. Da sottolineare inoltre, l’idea di Ravà e Khaled di esporre due dipinti eseguiti insieme, quale segno di amicizia e comprensione reciproca.

Catalogo a cura di Elsa Dezuanni ed Ennio Pouchard, edito da GMV Libri, Villorba (TV). Testi critici in catalogo di Elsa Dezuanni, Ennio Pouchard e Maria Luisa Trevisan.

fonte: culturablog.it

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