venerdì 30 dicembre 2011

I “puppet di Bergolo” in mostra


Immaginare la differenza che corre, tra individui, tra i 15 e i 36 anni di età, oppure, in chilometri, la distanza che separa Agrigento e Alessandria, può forse consentire, basandosi su parametri temporali e geografici, di ponderare le differenze intercorse tra i writer che hanno partecipato al contest di Bergolo, dell’11 settembre scorso, dedicato a una specialità dell’arte murale: i “puppet”.

Ma forse, ancora più ampia è stata la distanza di ordine stilistico, ed estestico, mostrata, con le loro creazioni, dai 18 giovani artisti convenuti nel “paese di pietra” per quello che è stato definito il “Primo raduno nazionale di arte murale”. E dal 10 dicembre i “puppet di Bergolo”, con la declinazione delle loro differenze, sono visibili, a Corneliano, nella mostra allestita presso il Cinema Vekkio, offerta a quanti non hanno potuto partecipare all’evento estivo, per osservare che cosa bolle in pentola di quel particolare ambito artistico detto dell’aerosol art. Perché, che in quell’ambito si stiano sperimentando molte nuove tendenze già lo si intuisce dall’abbondanza di termini in uso per definirlo: “graffitismo”, “street art”, “urban art”, ma anche “arte murale” o “aerosol art”. Ma non è il caso di una babilonia linguistica perché, effettivamente, quest’ambito, oggi ancora un un po’ laterale rispetto ai percorsi più canonici dell’arte, mostra una certa effervescenza.

Così, accanto alle più tradizionali espressioni del vecchio graffitismo, di sapore afro-americano (con il lettering e i puppet, realizzati con precisione quasi maniacale), il genere si sta contaminando con espressioni tipiche dell’arte figurativa. Assistiamo così a creazioni sperimentali che ricordano tappe consolidate della storia dell’arte, come il “simbolismo”, l’“astrattismo”, l’“informale”, con puntate addirittura verso l’action painting americano, laddove vengono utilizzate, ad esempio, tecniche quali il dripping di Pollokiana memoria.

E la mostra del Cinema Vekkio documenta ampiamente questo variegato paesaggio non solo con i pannelli provenienti dal contest di di Bergolo - esposti nella sala dei concerti - ma anche con due mini personali che i curatori hanno voluto allestire in due diverse salette: quella di Deder, “storico” writer torinese e dell’albese - di adozione - ZeBO, il primo vincitore del contest di Bergolo, il secondo premiato, sempre a Bergolo, per “l’idea più originale”. La mostra, intitolata “MIX, urban art indoor - Rassegna di arte murale” è stata realizzata grazie alla collaborazione della “Pro Bergolo” e del “salone/galleria” di Saverio, ARTEyBARBIERIA di Alba.