sabato 14 gennaio 2012

La Liguria dei writer

Sui muri di Genova sbocciano fiori e volano farfalle. È l’impronta dei writer, che hanno fatto della città un simbolo della spray art. Genova è stata infatti tra le prime in Italia a incoraggiare i graffiti a livello istituzionale, dando spazio a quelli che oggi sono artisti piuttosto famosi.


Proprio quest’anno si festeggia il ventennale di A-Elle, Alleanza Latina, la prima rivista italiana, pubblicata a Genova da Claudio Brignole e Paola Zukar, a occuparsi di writing e hip hop. È grazie a questo magazine, che pubblicava le foto dei migliori graffiti, che nel 1996 si arrivò a Coloriamo, il primo evento organizzato dal Comune con i writer per riqualificare le aree degradate con opere di street art. All’happening partecipò anche un artista di fama mondiale, l’americano Phase 2, che lodò i lavori di Christian Blef, giovane genovese divenuto un punto di riferimento per la comunità del wild style.

Tra tante firme e tracciati spesso incomprensibili, non è raro trovare riferimenti condivisi da buona parte della comunità. Il simbolo più utilizzato è il fiore, che raffigura la creatività dei writer nel momento in cui “sboccia” sui muri. Sono diffusi anche gli alberi, che con le fronde offrono riparo dalla omologazione della società, mentre con le radici simboleggiano la profondità culturale del writing e il suo radicamento nei bassifondi delle città. L’iniziale clandestinità è richiamata dalla immagine dei topi che mangiano il formaggio, in un cliché fumettistico a cui si affiancano ritratti di personaggi di fantasia come Super Mario, chiamati ad affrontare i problemi della dura realtà e sgominare la casta politica e finanziaria ritenuta colpevole della crisi.

Il desiderio di libertà è espresso attraverso disegni di delfini e pesci, che nuotano nel mare di cemento della città. Le orme di mani e piedi sono altri simboli di libertà e indipendenza, ma anche di pace, perché i writer girano la città a mani e piedi “nudi”, cioè disarmati, a differenza delle forze dell’ordine, rappresentate con un cane che ringhia mentre difende la città dai colorati assalti della street art. Altro simbolo molto diffuso è la farfalla, che raffigura il desiderio di volare liberi e esprimersi dove e come si ritiene più opportuno, a dispetto di regole, divieti e della deterrenza che quasi mai produce risultati concreti, a differenza delle nuove forme di collaborazione con enti e amministrazioni. Del resto, ormai è un pensiero condiviso che certi graffiti non imbrattano le città, ma le abbelliscono.

Oggi i writing si trovano quasi ovunque a Genova. C’è addirittura una hall of fame di firme giganti fatta allestire dal Comune ai Giardini di Plastica. Ma l’arte del writing da anni dilaga in tutta la Liguria. E così a Savona, dove molti artisti si interfacciano con l’associazione Duevventi, si organizzano happening per colorare la città, tra cui il meeting internazionale Bombolassa. Particolare successo stanno avendo le opere di Katramen Mister Pollo, di cui si può ammirare un grande graffito in riva al mare la spiaggia delle Fornaci di via Nizza. Tracce significative di spray art si trovano anche al campo sportivo della Fontanassa. Inoltre, a Bardineto nella Val Bormida, la manifestazione Balla coi Cinghiali ospita ad agosto gare di writing molto seguite.

Nello spezzino, invece, l’ultimo raduno si è tenuto in piazza Garibaldi, con la presenza del quotato artista locale RobotRiot. Nell’imperiese, d’estate si organizza un party nazionale che, lungo via Ballestra, porta centinaia di writer a ridipingere gli argini del fiume Prino. A Imperia si possono anche ammirare i murales del progetto istituzionale Muridamare, con la grande isola ecologica dipinta sull’Argine Destro sulla parete della discarica e un appariscente omaggio al clown Grock nel curvone di via Niccolò Berio. Anche il lungomare di Vallecrosia è impreziosito da una variopinta galleria di graffiti, frutto di una gara vinta da Mister Fijodor con un’opera su De André.
fonte: Marco Vallarino, Il Secolo XIX