Ci sono almeno tre buoni motivi per andare a Treviso dal 21 Gennaio fino al 21 Febbraio a visitare la mostra Intro allo Spazio Pelodrilli, organizzata dalla No Title Gallery
Il primo.
Chi segue questo blog fin dall’inizio saprà sicuramente chi sia 108, avendo avuto l’occasione di leggere la sua l’intervista qualche mese fa.
Per chi invece non conoscesse Marco Cecotto, si limiti ad immaginare un artista che anzichè dipingere uno spazio con vernice e pennello, lo fa con dei suoni e degli strumenti adatti a riempire uno spazio.
Due personalità distinte, ma molto simili nello scopo principale: creare immagini.
Riconoscere il tratto di 108 è semplice; il nero come colore distintivo, alternato a schegge cromatiche che esplodono su un muro.
Gigantesche macchie che sembrano inghiottire lo spettatore metropolitano distratto.
Il registro creativo di Cecotto invece è più legato a composizioni interattive e multimediali realizzate elaborando tra loro immagini, campionamenti artificiali e suoni naturali.
Il secondo motivo.
La possibilità di interagire direttamente con opere site-specific, ovvero create ad-hoc per la mostra.
Una delle opere presentate da Marco vedrà l’impiego di una antenna che richiederà l’intervento diretto dello spettatore che utilizzerà l’oggetto come vero e proprio strumento ludico, in questo caso proposto come strumento musicale.
Terzo motivo.
No Title Gallery è una piattaforma per l’arte giovane ed alternativa, situata soltanto online. Nasce come galleria espositiva virtuale che in determinati periodi dell’anno si rende tangibile in occasione di esposizioni, workshop, performances ed altri eventi, in luoghi e non luoghi della città di Venezia.
Lo scopo di No Title Gallery si basa su un progetto innovativo e sperimentale, sul piano sia locale che internazionale grazie all’ausilio della rete, nel proporre e sostenere attraverso la propria attività artisti italiani di qualità. L’obiettivo di No Title Gallery è di stabilire forti collaborazioni, in particolare con gli artisti ma anche con le istituzioni e le associazioni, utilizzando il contesto veneziano come luogo-laboratorio del contemporaneo dove la galleria si realizza in uno spazio fisico e non più solo virtuale...
fonte: Blog Panorama