mercoledì 21 marzo 2012

Basta degrado

Imbrattate le barriere antirumore, le serrande dei negozi in centro, i monumenti storici, i palazzi privati e gli edifici pubblici, le stazioni del metrò, i vagoni ferroviari. È emergenza graffiti. Da Porta Volta a Cadorna campeggiano sui muri enormi N (enne), disegnate con il rullo - proprio quello dell'imbianchino -, carico di pittura bianca. I writer «professionisti», più evoluti, usano anche gli estintori per lasciare la loro firma con schizzi ampi e, soprattutto, veloci. Gli adepti della BSF, una delle crew (gruppi di writer) più agguerrita della metropoli, dal quartiere Barona s'allungano con le loro scorribande fino alla Centrale e imbrattano i monumenti storici.

Sono trecento le crew e forse più di mille i writer attivi nella metropoli. Che siano loro a crescere di numero o, piuttosto, le istituzioni ad aver abbassato la guardia (o forse si sono arrese?), con i minori controlli, le punizioni mancate, la promozione dei migliori tra loro al ruolo di artisti, è un fatto che la città, anche grazie a quella miriade di tag disordinate, è più sporca. A ciò s'aggiunge che Amsa da due anni non può più rimuovere i graffiti dai muri degli edifici pubblici. Nel febbraio del 2010 una sentenza del Consiglio di Stato ha respinto l'affidamento diretto da parte dell'Amministrazione Comunale all'Amsa del servizio di cancellazione graffiti dagli edifici pubblici, in seguito ad un ricorso presentato al Tar da una Società con l'appoggio di Assoedilizia.

«Sappiamo come cittadini, oltre che come fornitori di un servizio, che il fenomeno dei graffiti sui muri degli edifici pubblici e privati rappresenta un grosso problema per la vivibilità della nostra città - dice la presidente Amsa, Sonia Cantoni -. Auspichiamo quindi che il Comune avvii al più presto la procedura di gara che consenta l'affidamento del servizio di rimozione dei graffiti dalle facciate e dai muri perimetrali degli edifici pubblici cittadini». A memoria che l'opera di pulizia dei muri (solo degli edifici pubblici) ha un costo elevato sono i dati che l'ex sindaco Moratti rese noti alla fine del 2008: in cinque anni, 25 milioni di Euro spesi. Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, chiede che Amsa cancelli «gratis i graffiti da muri, occorre un'azione radicale, come a New York». Troppo alto per i privati sostenere i costi. «L'imbrattamento dei muri si è settorializzato, ci sono quartieri martoriati». Ma c'è anche chi agisce senza chiedere.

Sono i cittadini del Comitato Abruzzi Piccini e Milano Muri Puliti che dal 2008 hanno ripuliscono di ogni scritta muri e palazzi del quartiere. «Non è un'impresa impossibile e non è neppure a così alto costo», spiegano. Un modello di risposta ai writer che esportano, anche nell'hinterland, organizzando clean-up (l'ultima il 16 gennaio a Bollate). Obiettivo: creare degli esempi virtuosi, attraverso un'azione dal basso «che s'ispira ad una cultura del fare, rendendo il cittadino protagonista nella lotta contro il degrado». Loro, con l'Associazione Nazionale Antigraffiti raccolgono le segnalazioni di nuove tag (info@associazioneantigraffiti.it) per realizzare una mappa delle imbrattature in città.
Elena Grandi, presidente commissione Ambiente e Verde di zona 1, lancia la proposta di «destinare muri abbandonati ai writer per indirizzare questo fenomeno che oggi è spontaneo ma assolutamente incontrollato». Primo tra i luoghi, il giardino temporaneo di via Montello, appena restituito ai cittadini. «Un po' mattoni, un po' intonaco, può diventare un grandissimo pannello per gli artisti, in erba e più esperti. Facciamoli esprimere la loro arte in luoghi dove si valorizza. La città è piena di muri che non hanno aspetto decoroso e potrebbero diventare elementi decorativi».

Paola D'Amico
Corriere della Sera

PS: questo lo scrivo di mio pugno dopo avervi ripostato l'articolo tratto dal Corriere della Sera, voglio solo che ragioniate sulla frase che ho sottolineato, fateci un pensierino e ditemi quanto pregiudizio cova l'intero articolo... Sono il primo a condannare gli atti di vandalismo selvaggi e immotivati ma sono anche il primo a chiedere che si smetta di fare di tutta l'erba un fascio. Siamo l'unica nazione in Italia in cui un writer non sopravvive facendo il suo onesto e onorabile lavoro, roba da terzo mondo.
Abarth