Inaugura questo Giovedì presso la Galleria Pavesi di Milano la mostra dal titolo Wanted, che presenta opere di Utah ed Ether, Fungo e Zoow24.
Questo progetto ha già avuto moltissima diffusione a livello mediatico per le polemiche scatenate in città, dovute prevalentemente alla pittura da parte dei writers statunitensi di alcune metro e la pubblicazione di video, come è stato descritto anche in questo articolo del Corriere della Sera (qui).
Oggi noi di Street Art Attack abbiamo la possibilità di darvi la preview di alcune delle opere presenti in mostra e i testi di presentazione redatti da Arnaldo Pavesi e da Valentina Cavera, che la galleria gentilmente ci ha inviato.
Non ci resta che essere presenti all'inaugurazione!
Wanted
Una
volta erano le piazze i luoghi deputati agli incontri, i palcoscenici
privilegiati degli eventi cittadini. Oggi, nel bene e nel male, i siti scelti
per coinvolgere un pubblico, il piú vasto possibile, sono le metropolitane,
vagoni stazioni e interconnessioni. Spazi a volte angusti e soffocanti ma che
hanno il grande vantaggio del passaggio di un’enorme massa di pubblico a volte
astanti e curiosi, altre volte frettolosi e disinteressati.
A New
York in corrispondenza della stazione di Union Square dove collimano numerose
linee, quotidianamente e a tutte le ore, artisti di strada di differente
tipologia, offrono ai passanti happening variegati: artistici, musicali,
teatrali o anche solo ritmici. Chi vuole offre il suo obolo chi no passa, ma è
impossibile rimanere indifferenti. Un costume, una moda che in breve è dilagato
in tutto il mondo.
Il
fenomeno che però ha interconnesso più di ogni altro le metropolitane in tutto
il mondo è quello del graffitismo.
I
writers, aggregati in crews aperte, si spostano di paese in paese, di città in
città.
Di notte
convergono nei depositi dei convogli metropolitani e in pochi minuti compiono
l’opera.
Zoow24 |
Cosa li
spinge a rischiare detenzione, processi e multe? Perché si ritengono l’elite
del graffitismo? Esiste un “valore” insito nelle loro opere? Quali sono i
criteri, estetici e non, che contribuiscono a determinare la “fama” di una
crew? Famosi o famigerati?
Per
trovare delle risposte a queste domande ho accettato di ospitare questa mostra
dal titolo ispirato a un clima da Far West: Wanted.
Quattro
artisti: due writers e due ex writers divenuti street artists, una collettiva
che mostra il loro percorso uniti nella matrice differenti negli stili.
Arnaldo
Pavesi
«Wanted»:
Utah Ether, Fungo, Zoow24
Valentina Cavera presenta «Wanted»: una collettiva, il cui titolo s’ispira proprio al Far West. La mostra
si tiene all’interno della Galleria Pavesi ed è costituita da una selezione di
opere inedite di due noti writers americani, Utah ed Ether, che disegnano in
coppia come fossero una sola persona, insieme a quelle di due artisti
contemporanei milanesi, Fungo e Zoow24 che già da vari anni hanno abbandonato
il mondo del writing per dedicarsi esclusivamente alle arti maggiori.
Fungo |
Il tema
si pone al confine tra legalità ed illegalità ed è teso ad analizzare le
dinamiche artistiche del percorso evolutivo di writers con la W maiuscola.
“Cosa spinge i writers a rischiare detenzione, processi e multe? Perché si
ritengono l’elite del graffitismo? Esiste un “valore” oggettivo insito nelle
loro opere? Quali sono i criteri, estetici e non, che contribuiscono a
determinare la “fama” di una crew? Famosi o famigerati? Per trovare risposte a
queste domande ho accettato di ospitare la mostra Wanted, titolo ispirato a un
clima da avventurosa frontiera.”
Un discorso che ci riporta alla teoria evoluzionistica darwiniana,
quella che avvalorò la tesi secondo la quale l’evoluzione è il motore
propulsore che sostiene la diversificazione effettiva della vita. Attraverso
una concezione evolutiva della biologia è possibile affermare che i componenti
provenienti dal medesimo insieme tendono ad assomigliarsi poiché si sono
evoluti da un antenato comune. Già nella seconda metà del XIX secolo si iniziò
ad usare l’espressione “darvinismo sociale” per sottintendere come lo stesso
processo avvenisse anche in ambito etico e sociale. Così il graffitismo, quanto
manifestazione sociale, culturale ed artistica spesso sfocia e si tramuta in
street art o in post graffiti. Questo è il caso che vuole mettere in evidenza «Wanted
».
«Nella mia galleria ospito artisti che provengono da una selezione accurata – racconta Arnaldo Pavesi – in un ottica di
ricerca di nuovi talenti dotati di originali capacitá tecniche ed espressive, e che tramite la loro
arte suscitino emozioni. Non importa se positive o negative, purché provochino
reazioni coinvolgenti».
Le opere proposte da Utah (Danielle Bremner, New York, 1983) ed Ether
(Jim Clay Harper, Boston, 1985) sono all’avanguardia: d’essenza futurista si
oppongono alla staticità e sono in grado di rappresentare l’idea di movimento e
velocità, con le loro forme astratte, geometriche multicolori.
Untitled, Utah e Ether |
Realizzate con
spray e metallo rimangono molto legate al mondo del writing. Come fossero
sproloqui letterari senza un reale significato, un susseguirsi di lettere mal
poste appartenenti alla poesia futurista, le loro immagini sembrano portare a
galla i rumori segreti e ovattati dei sotterranei urbani, quelli dei treni
metropolitani che sfrecciano tra le gallerie del sottosuolo, nel rimbombo degli
altoparlanti che declamano il nome delle stazioni, dei discorsi della gente che
si confondono gli uni con gli altri, tra i colori di graffiti e gli schermi, i
cartelloni pubblicitari, l’oscurità di certe angolazioni e gli show di artisti
di strada che infestano i vagoni, entrando e uscendo dagli scomparti, nella
fretta delle giornate che scorrono là sotto senza che il mondo sovrastante a
volte se ne renda conto.
Utah e Ether, Untitled |
«Abbiamo realizzato delle istallazioni metalliche – raccontano i due
ragazzi americani - con cui vogliamo affrontare il tema dell’illegale contro il
legale in maniera innovativa e senza affrontare i soliti cliché».
Utah e Ether, Untitled |
Fungo (Giorgio Mallone, Milano, 1987) espone i suoi lavori che sono
totalmente differenti dalle sue produzioni precedenti che avevano per lo più un
valore estetico, composte da stratificazioni di materiali. Ora è il concetto al
centro del suo interesse e precisamente la crisi economica che sta trasformando
la società contemporanea. «L’ansia è la malattia del nostro secolo, soprattutto a
causa del bombardamento mediatico a cui siamo soggetti», sottolinea. A volte realizza quadri, ma più spesso installazioni che
trasmettono al visitatore questa tremenda fase della nostra vita, anche se la
chiave di lettura a volte è fumettistica come nel caso di Topolino che attraverso
un effetto luminoso ci osserva con i suoi grandi occhi con impressi il simbolo
dei dollari.
Fungo, Topolino |
Le atmosfere coloratissime di Zoow24 (Seba Rossi, Milano, 1986)
raccontano storie che hanno la capacità di coinvolgere con i suoi personaggi
strafantasiosi. Realizzati con uniposca su tela, le sue immagini nascono
d’istinto, quasi provenissero dal suo subconscio. Il passaggio evolutivo da
writer ad artista viene spiegato maggiormente, per esempio, in una delle sue
tele intitolata Solve et coagula, un’opera esoterica in cui simbologie e
leggende si intrecciano. Di natura alchemica in essa si fondono tutte le
tecniche da lui apprese negli anni per ricomporsi nel più alto grado di
espressività, che brilla quanto l’oro.
Zoow24 |
«La
figura centrale dell’opera è il Baphomet (adorato dai cavalieri templari). Esso
non è una figura satanica ma ha un grande valore spirituale e corrisponde in
realtà a un essere androgino e nel contempo anche bestia. Nell’opera indica due
lune di colori opposti rappresentanti il bene e il male, i quali indicano che
l’uomo non deve rinnegare la violenza ma semplicemente armonizzarla tramite
l’intelletto, perché la violenza fa parte dell’essere umano e della sua
evoluzione».
Valentina Cavera
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