giovedì 4 ottobre 2012

Grazie Orticanoodles, grazie Poma!



Da qualche giorno è diverso entrare all’Ospedale di Mantova, trovi delle facce che ti sorridono.
E non sono dei tipi qualsiasi: Renato Dulbecco, Rita Levi Montlcini, Salvador Luria, Mario Capecchi, gli ultimi quattro premi Nobel per la medicina italiani.
Il loro prezioso operato nei territori della ricerca scientifica era già arrivato all’Ospedale, perché è grazie agli studi e alle importanti scoperte genetiche, biologiche e delle neuroscienze in cui furono avanguardisti che oggi curiamo e guariamo numerose patologie.
Da oggi però ci sorridono dal muro su cui li abbiamo immortalati grazie alla dedizione e creatività di Orticanoodles e dei quaranta studenti dell’Istituto d’Arte Giulio Romano, di Mantova, che hanno supportato gli street artist milanesi nella realizzazione di questa importante opera permanente, visibile all’ingresso nuovo del Poma.


È il primo progetto di street art applicata agli spazi pubblici a Mantova, che ha portato alla pittura di un murale lungo 72 metri all’ingresso principale dell’Ospedale: un vecchio e scolorito muro anonimo nell’ultima settimana di settembre si è trasformato in un’opera d’arte unica nel suo genere, uno dei più ampi stencil in Italia, per una superficie di 216mq, dipinta a 84 mani nel più grande workshop di tecnica stencil mai realizzato nel nostro paese.
Fautori di questo ambizioso progetto il duo Orticanoodles, street artist di fama internazionale di cui abbiamo imparato a conoscere la poetica distintiva già durante il Festivaletteratura (oltre che su tanti quotidiani nazionali proprio in questi giorni): loro infatti la creatività legata alla campagna istituzionale ENI 2012, dove il ritratto di Enrico Mattei si fonde con le sue parole; tra l’inaugurazione di “Eternity”, personale alla Ego Gallery di Lugano, e il passaggio all’Infart festival di Bassano del Grappa (uno dei più rinomati eventi di street art italiana) hanno fatto tappa a Mantova grazie alla vittoria del concorso di idee “WallArt” realizzato dall’Ospedale e dall’Istituto d’Arte durante l’estate. Tra i trenta progetti in concorso è stato il più quotato sia per la qualità estetica che per il valore simbolico. L’opera è caratterizzata da quattro livelli di colore sovrapposti a comporre i volti dei premi Nobel in una lunga linea di 70 metri che si sviluppa come un fotogramma di 22 riquadri con i volti che emergono come una luna crescente. L’idea progettuale di Orticanoodles è quella di dare evidenza ai protagonisti della ricerca che solitamente non vediamo in Ospedale me che grazie al loro contributo hanno aiutato a cambiare i destini di tanti malati, in tutto il mondo. Ricordarli attraverso quest’opera è allora un gesto di ringraziamento, di rispetto e di stima per quattro talenti italiani che hanno contribuito a cambiare, dagli anni sessanta ai duemila, il percorso della scienza e della ricerca, mai fine a se stessa ma applicata alla diagnosi e alla cura medica.

Nemmeno WallArt rimane un progetto autoreferenziale: è infatti parte di un percorso intrapreso dall’Ospedale per migliorare i propri percorsi di accoglienza, intervenendo in ambiti forse meno artistici ma determinanti per poter migliorare l’accessibilità dei servizi ai cittadini come la segnaletica e la viabilità.
L’opera muraria che è possibile oggi ammirare all’Ospedale è stata interamente realizzata grazie al contributo di Ducops, Dussmann Service e Tea, sponsors privati che hanno accolto con entusiasmo collaborazione con Scuola e Ospedale sul concorso di idee per portare arte e creatività in un luogo solitamente deputato a finalità del tutto dissonanti con la bellezza e l’incanto artistico. La lungimiranza che ha caratterizzato questo lavoro non si spegne con la pittura del murale e crescerà nei prossimi mesi con nuove collaborazioni tra Ospedale e territorio, nella convinzione che le sinergie migliori tra Ospedale e cittadini debbano partire dalle proposte di questi ultimi, con l’obiettivo di rendere il Poma una città nella città più vivibile e vicina.