Si passeggiava nei dintorni di Pordenone una sera di fine estate, ascoltando tranquilli le voci della città e lasciandosi trasportare da quel fiume di storie e di avventure quotidiane quando, inatteso come un fulmine a ciel sereno, notiamo che nella tranquilla cittadina friulana esiste un'iniziativa, non sappiamo se isolata o organizzata, che in qualche modo vuole avvisarci sul fatto che "il gioco è finito", ovvero game over. Probabilmente è vero, in quello che anni fa era il produttivo e instancabile nordest il gioco è veramente finito. Almeno, personalmente l'ho interpretata così.
Certo è senza dubbio stupefacente trovare del movimento artistico da queste parti fuori dal cosiddetto mainstream.
Fa strano in una cittadina solitamente molto tranquilla, probabilmente troppo tranquilla, come Pordenone ci sia questo genere di iniziative, a mio parere geniali e assolutamente necessarie. A noi, da semplici fotografi, piace pensarla come una interpretabile presa di posizione nei confronti di parecchie cose relative alla società odierna: la costrizione commerciale all'abbandono dei vecchi sistemi tecnologici, una protesta nei confronti delle sempre più notevoli problematiche legate ai rifiuti, e forse un sottile scherno verso le continue "offerte" mediatiche che vedono continuamente una FINE in tutto (nella crisi, nell commercio, nell'economia, nel mondo)!
GAME OVER, i giochi sono finiti.
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