Antonio Anc, Davide Pax, Emanuele Poki, attraverso il loro gruppo “Popap”, hanno deciso di dare voce al dissenso dei cittadini nei confronti della mafia: “Abbiamo sempre operato insieme ma da poco abbiamo costituito questo gruppo”. I Popap, fra l’altro, sono gli autori dei cartelli “divieto di mafia” e “divieto di omertà” e per questa istallazione sono stati multati, ben 368 euro che hanno deciso di pagare.
Prima di conoscerli bisogna chiarire due concetti “Street art” e “Writing”, come spiega Anc:
“Street art e writing non hanno niente a che fare, cambia il pensiero: il writing nasce per mettere la propria firma con cui bombardare la città per elevare il proprio nome, paradossalmente come fanno i grandi marchi mettendo il loro logo sulle magliette per pubblicità, il writer però lo fa’ sui treni, sugli autobus, sui muri. Il concetto di street art è completamente diverso: noi portiamo avanti le nostre idee nel paesaggio urbano aggiungendo qualcosa a seconda dei contesti e delle zone interessate.” Ma tu hai firmato i cartelli, come mai? “Semplicemente perché venivano attribuiti ad un altro street artist, anche se sono un dono per la collettività mi dava fastidio. “ Emanuele aggiunge che “c’è solo la sua firma perché quando sono stati realizzati il gruppo ancora non esisteva.”
A proposito di aggiungere al paesaggio urbano, cosa direste ad un ragazzino che imbratta i monumenti?
“Questa è una questione delicata” risponde ancora Anc ”ma sicuramente gli direi di non farlo, che non è un’azione positiva e si danneggia un bene comune”
Come nasce l’idea del divieto di mafia? “Il 23 maggio 2011 Città Insieme un’evento per la commemorazione della strage di Capaci, è in quell’occasione che decido di affiggere due segnali con divieto di mafia e di omertà, successivamente decido di moltiplicare quei segnali per un numero di volte che non avevo ancora deciso, volevo intervenire su via Etnea solo che lì non ci sono tanti pali vuoti, io intervengo solo sui pali vuoti, non sui segnali ancora in uso, non copro alcun segnale perché sarebbe contro la mia morale, i segnali sono importantissimi, non voglio oscurarli.”
Pensate che potessero essere pericolosi? “È una stupidaggine, non erano pericolosi; è vero che richiamano il divieto di sosta che ti dice non puoi parcheggiare qua, ma non è una svolta obbligatoria o un senso vietato e comunque non si poteva confondere perché manca il blu all’interno del segnale e poi c’è la parola”
Potrebbero distrarre? “Fino ad un certo punto, in quella zona il transito è permesso solo ad alcuni veicoli . È vero che la legge parla chiaro: non si può mettere nulla sui sostegni dei segnali, ma alla fine lì chi si doveva distrarre? La gente già non guarda quelli veri. Quello che fa’ rabbia è che ci sono tanti problemi diventati routine, ormai non ci si fa’ più caso: macchine in doppia fila, parcheggiate in divieto di sosta e poche volte si prendono dei provvedimenti. “
Sulla multa cosa vi sentite di dire? “Per adesso abbiamo deciso di pagare anche se sinceramente non volevo perché non ne vale la pena, ma speriamo di sollecitare l’amministrazione comunale a continuare a svolgere in modo solerte il loro lavoro. Anzi, pretendiamo attenzione per tutto quello che è illegale: le bancarelle abusive alla fiera che vendono cd pirata o i manifesti elettorali abusivi a cui ormai siamo abituati, è vero che non ci distraggono: ti entrano in testa senza accorgertene. Appena vediamo qualcosa di cui non si parla invece la gente si distrae. “
Qual è stata la reazione dei passanti? “Diverse persone si sono fermate per sostenerci”
È vero che siete stati contattati per una colletta? “Il giorno stesso siamo stati bombardati e Città Insieme ha organizzato una colletta, sarà possibile lasciare la propria offerta in via Siena n^ 1 tutti i giovedì alle 20:30.“ Antonio ammette di essere stato contrario inizialmente “ma se il buon senso della gente li induce a intervenire in questo senso non posso impedirglielo”.
Si può dire che lo scopo è stato raggiunto? “Non sarei così ottimista, abbiamo fatto notizia, ma anche report nella puntata i “Viceré” ha sollevato un polverone su mafia e festa di Sant’Agata ma il giorno dopo non è successo nulla. Speriamo che se ne parli ma non siamo molto convinti. Non è così semplice cambiare Catania ma ci proviamo, lasciamo un segno, noi come cittadini abbiamo voglia di parlarne e mettere in discussione tante cose. Bisogna parlare sempre dei problemi non solo della mafia e dell’omertà. Speriamo di incitare altre persone a mettersi in gioco.”
Credo che la maggior parte della cittadinanza vi abbia sostenuto ma avete ricevuto anche delle critiche? “Si, è stato creato un gruppo su facebook che sostiene che l’uso dei segnali non è il modo giusto per mandare un messaggio contro la mafia. “
Alcuni artisti vi hanno preceduto nel porre l’attenzione sulla segnaletica stradale come Clet Abraham, artista francese che opera in Italia, per lui "I cartelli stradali sono l’unica forma d’arte che sia riuscita ad imporsi con prepotenza”, egli “Mantiene la lettura del cartello dandogli di più”. Come vi ponete rispetto alla sua “filosofia della segnaletica"? “A differenza sua non lavoriamo sui segnali esistenti dandogli un altro aspetto. Clet, che li modifica, non viene multato ma anzi ci fa’ le mostre, qui invece la legge è così rispettata che quando qualcuno commette un reato sono pronti ad agire. “
Abraham afferma che i segnali stradali hanno una loro identità e che gli oggetti hanno un’anima, condividi il suo pensiero? “Allora quello è un pensiero più profondo che ha bisogno di più spazio per essere espresso però ho sempre pensato che gli oggetti abbiano un’anima. Ancora non ho trovato il modo per esprimerlo, come invece ha fatto Ives Klein, un artista francese che ha inventato un blu che per lui aveva un significato spirituale; poi ha fatto una cosa meravigliosa: ha preso delle spugne inizialmente degli esseri viventi, quando muoiono perdono in un certo senso la loro anima, visto che il suo blu aveva un messaggio spirituale ha immerso le spugne nel blu per fargli riacquistare l’anima. Con l’arte si possono fare cose meravigliose, l’artista vede quello che gli altri non possono vedere ed è capace di mostrarlo anche se non è sempre semplice mostrare il proprio messaggio.”
Invece, le altre istallazioni, come i bersagli trafitti dalle scope o i cassonetti con dipinto sopra un sorriso o i pacman hanno un messaggio particolare? “Nascono in vari momenti, sono frutto di un gioco con i vari oggetti di uso comune decontestualizzati, un po’ come i dadaisti, per divertire o meravigliare chi le osserva che si chiede: che ci fa? Cosa significa?”
Vorrei conoscere la vostra opinione sull’arte contemporanea, vi sentite artisti contemporanei? “Sinceramente ho smesso di seguire l’arte contemporanea” afferma Antonio ”seguo la street art e il writing nelle loro evoluzioni, secondo me il mercato dell’arte è un meccanismo molto complesso, forse proprio perché, essendo un mercato è soggetto alle pressioni dei galleristi, dei committenti e cessa di essere spontanea”. “Ma l’arte è sempre stata così” aggiunge Davide, forse il problema è che oggi qualunque oggetto se recensito da un critico può diventare arte? “Si, infatti sta a te poi avere la sensibilità per dare valore a ciò che vedi, però se il messaggio non ti arriva è inutile che ci girano intorno. Cos’è l’arte? Chi è l’artista? L’artista è quello che ci indicano i critici o forse può essere anche un bambino perché crea anche lui. Ma io quali mezzi ho per riconoscere l’artista? “. “La morte?” interviene ironico Davide “No, non è neanche la morte perché ci sono tanti artisti che operano e sono ancora in vita come Jeff Koons” continua Anc “Secondo me bisogna agire nell’ambiente urbano perché ha più valore: il messaggio è rivolto a tutti e non solo ad una elite, e poi l’arte fatta per i soldi perde il suo valore”
fonte: Soraya Cipolla, Liveunict