martedì 25 settembre 2012

La locomotiva di Blu in Spagna


Attento analizzatore delle dinamiche attraverso cui il potere si conquista spazi, si riproduce e si cristallizza, Blu  è qualcosa di più di un semplice street artist. La sua è una ricerca antropologica iniziata quasi quindici anni fa e mai interrotta, sull’uomo e su quegli automatismi sociali che ne determinano l’esistenza lungo percorsi preconfigurati. Una vita dominata dalle perverse macchinazioni della finanza speculativa, estrema trasformazione di un capitalismo che ogni giorno implode su se stesso, lasciando deserto e polvere dove prima c’erano montagne di denaro.
Questa premessa per introdurvi all’ultimo pezzo di Blu in Spagna (dopo quello realizzato a Ordes in Galizia), la cui ubicazione per il momento non ci è nota. Si tratta di un murale decisamente scenografico, che si sviluppa in orizzontale raccontando - nello stile dell’artista, una storia nel suo svolgimento. Una lunga fila di macchine è incolonnata su un binario che attraversa una landa desolata. Più avanti due enormi carrelli della spesa raccolgono un vasto campionario di elettrodomestici intonsi, che fuoriescono da un camion saturo. Chiudono la fila una piattaforma che trasporta barili di oro nero e un carro pieno di banconote. Alla fine incontriamo la locomotiva, un mostro che ha la faccia(ta) del classico edificio di un’importante istituzione economica americana o europea ed il background di una vetusta fabbrica il cui fumo nero impesta l’aria.



La locomotiva – come avveniva per i treni a carbone, è in realtà un’enorme fornace che brucia ogni cosa, in primis il denaro. Un buco nero dove tutto finisce prima di arrivare al capolinea, un binario tronco a strapiombo sul niente.
Come accade spesso, con questo murale Blu ci dà un altro contributo nitido e graffiante alla riflessione culturale sul presente, un mondo in cui la precedenza non spetta mai all’umano.

fonte: Artsblog