Lo scorso luglio ho avuto piacere di passare qualche
giorno a Pinerolo (Torino), cuore alpino del neo Street Alps Festival, e vedere
così dal vivo le opere fino ad allora realizzate, scambiando anche quattro
chiacchiere con Riccardo Colombo, ideatore e curatore della manifestazione. Pur
non provenendo dalla scena street art, né come artista né come curatore o
studioso, ed essendo alla sua prima esperienza di festival, ha realizzato un
ottimo progetto nell’organizzazione e coordinazione del festival. A
sorprendermi soprattutto è stata la scelta degli artisti e dei muri, e la calda
accoglienza riservatami. Chiaro sui suoi obiettivi e deciso nelle sue scelte, Colombo
in questa intervista, ricca di foto di tutti i lavori svolti, ci racconta come
nasce questa prima edizione del festival e dei suoi artisti, tra i quali figura
anche lui, che si firma “Ten” .
Alessandra: Come nasce l'idea di Street Alps? La tua figura?
Riccardo
Colombo: Difficile dire come o
dove nascono le idee. Credo che tutto assomigli ad una valanga, cade una piccola
palla di neve che smuove una massa più grossa... Così è stato per il
festival. Mi è capitato di viaggiare in Europa, America, Asia e sempre più
spesso mi scontravo con interventi di street art molto potenti mentre vedevo tanti,
troppi muri grigi qui attorno, privi di significato. Così, circa un anno
fa ho pensato di portare un po’ di bellezza anche qui, ed ho messo in piedi questo
progetto. Qualche mese più tardi i ragazzi di Mission to art (residenza
per artisti di Torino) mi chiamano per bere una birra e fare quattro chiacchiere
ed è iniziata una collaborazione spontanea. Qui ai piedi delle montagne si dipingono
i muri e a Torino si realizzano le stampe serigrafiche e si mettono in cantiere
nuovi progetti.
Ho sempre amato il disegno, la percezione visiva, e
disegno da quando ero ragazzino ma ho iniziato a dipingere su muro solo pochi anni
fa, in completa autonomia. Ho studiato tecniche ed arti della stampa e
percezione visiva al Politecnico ed ora sto concludendo l'accademia con
indirizzo pittura. Sono affascinato dalle arti grafiche (fotografica, disegno,
pittura) e dalla comunicazione visiva in generale.
Douglas Bicicleta Sem Freio detail, Ph. Chiara Dalmaviva |
A: Questa cosa la vedi più come un festival di street art o
come un progetto di riqualificazione urbana?
R.C: Questa domanda è la prima che mi sono fatto quando ho
iniziato a pensare al progetto, o meglio, quando ho iniziato a parlare di
questa idea ai vari assessori comunali. Ho notato che parlare di “arte” a chi
si occupa di problematiche legate alle città è piuttosto complesso e si rischia
facilmente di non essere presi in considerazione. Nonostante il nostro paese costituisca
una risorsa mondiale dal punto di vista artistico, chi fa politica non tiene in
considerazione questo aspetto e pochi sono i politici che provano ad investire
in progetti artistici. Per questo motivo ho deciso di proporre il lavoro come
progetto di riqualificazione urbana focalizzando il principale obbiettivo nel recuperare
zone della città abbandonate a se stesse. In realtà quello che desidero è
raccogliere l’espressività di artisti nati e cresciuti sulla strada; fare in
modo che chi ha qualcosa da comunicare trovi un supporto visibile per potersi raccontare.
Non sono assolutamente interessato alla decorazione o all’abbellimento di
facciate pubbliche o private.
Fran Bosoletti detail |
Credo invece che questi spazi, a prima vista
semplici muri bianchi, possano funzionare molto bene come contenitore per
messaggi più o meno forti. Se un intervento artistico non dice nulla o non
genera nel fruitore un’emozione, sia essa positiva o negativa, il lavoro è pressoché
nullo. Diventa semplice decorazione dove la funzione comunicativa dell’arte è
assolutamente soffocata. Per tornare alla tua domanda ho cercato di far passare
il progetto come “riqualificazione urbana” ma ho avuto ben chiaro da subito che
l’obbiettivo principale era quello di raccogliere l’espressività di artisti talentuosi.
Fran Bosoletti detail |
A: La
scelta degli artisti e dei muri è collegata?
R.C: Sicuramente
si. Ogni muro ha delle caratteristiche intrinseche che devono essere
considerate per poter scegliere l’artista (ubicazione, orientamento, forma e
dimensione…). In più ho deciso di classificare le pareti a seconda della prossimità
da scuole elementari ed asili. Credo che l’arte non sia fatta per i bambini per
cui gli artisti con una “dark side” più forte sono stati collocati in zone più distanti
da questi edifici. Questo discorso che connette arte e bambini credo che sia di
fondamentale importanza per poter educare i più piccoli al “bello” e necessiti
di tempo e svariate considerazioni per poter essere affrontato nel modo corretto.
A: Come
sei entrato in contatto con questa scena?
R.C: Mi sono
avvicinato a questo circuito per passione. Dipingo su muro da qualche anno ed
ho fatto un percorso in solitudine per accorgermi di avere molto in comune con altri
artisti. Mi firmo “Ten” che deriva del mio soprannome “Tenente” ed ho
partecipato ad alcuni festival di arte urbana. Qui ho avuto modo di conoscere diversi
personaggi che gravitano da molto più tempo in questo mondo. Alcuni sono diventati
amici e sono stati i primi a dipingere. Non mi va di pensare ad una “scena”.
Voglio continuare a pensare di poter invitare amici a dipingere nella mia città
per poter conoscere ed approfondire rapporti umani basati su una passione comune.
AXEL VOID, Street Alps, Ph. Chiara Dalmaviva |
A: Quali
sono gli obbiettivi del progetto?
R.C: L’obbiettivo
principale è continuare a divertirsi e scassarsi dalle risate come è successo
in questa prima fase.
Adesso sto scrivendo la
seconda parte del progetto che verrà proposta ad altri comuni montani e
pedemontani di questa zona.
Mi piacerebbe riuscire a
trovare qualche bel muro in zone panoramiche dove la bellezza delle montagne
qui attorno possa fare da cornice visiva alle opere.
A: Mi
puoi parlare degli artisti scelti per questa prima edizione del Festival? Che
cosa ti ha colpito di ognuno di loro?
R.C: Axel Void è un personaggio molto
interessante. Musicista, pittore con un'anima
dark che emerge dalle sue produzioni. Solitamente lavora partendo da
immagini fotografiche molto forti dalle quali estrapola un punto di vista
personale. Prima di iniziare a dipingere il muro a lui assegnato ha voluto
visitare e conoscere profondamente la storia della città ospitante per un
giorno intero. E' stato colpito dalle storie legate alla liberazione che hanno
segnato queste valli. Insieme abbiamo ricercato un' immagine di due giovani
partigiani uccisi dai fascisti nel '44 in seguito ad una rapina messa in atto per
sovvenzionare la resistenza. L'esecuzione del lavoro è stato l'ultimo tassello
della ricerca.
Vesod - Street Alps - Piscina di Pinerolo |
Vesod è un
giovane amico pittore molto promettente. A mio parere sta portando il
graffuturism a livelli molto alti. Anche per lui il lavoro pittorico è partito
dal concetto di “Liberazione", che è stato analizzato a livello
introspettivo. Quali sono i vincoli che allontanano un individuo dalla libertà?
La nostra mente può renderci veramente liberi? A questi quesiti ha cercato di
are una risposta attraverso un murale di quasi 500 mq.
Etnik - Street Alps - Pinerolo - Scuola Collodi |
Etnik è stato
inserito nella line up del festival in quanto ritengo sia uno dei migliori
artisti del panorama italiano. Le sue assonometrie esplodono dalle pareti
creando una profondità avvolgente. Il lavoro di Etnik è un gioco interattivo
tra i passanti e il muro della scuola sul quale è dipinto. Un giro del mondo a
360º che riprende monumenti caratteristici di città più o meno lontane.
Sicuramente uno dei lavori che più è stato apprezzato dai cittadini. Lo stile
di Etnik mi colpisce per l'uso dei colori e la per vivacità che le sue forme
geometriche riescono a trasmettere.
Fran Bosoletti, Street Alps Pinerolo, Scuola Collodi |
Fran Bosoletti
ha 26 anni ed arriva dall'Argentina. Sta girando l'Europa in autostop ed ha una
carica coinvolgente. Ha dipinto il suo muro dedicando il lavoro a i bambini
della scuola elementare ed ai loro problemi. Molto talentuoso e altrettanto
simpatico.
SeaCreative, Street Alps, Pinerolo |
Sea arriva da
Milano. Dipinge da diversi anni e le sue illustrazioni sono ormai una colonna
portante del mondo della street art italiana. Di facile lettura ma molto
profonde ed introspettive lasciano i passanti a bocca aperta. Piacciono in modo
trasversale ad adulti e bambini e trasportano in un mondo fantastico. Il
contributo di Sea è stato di fondamentale importanza per dare spazio
all'immaginazione e avvicinare al mondo della street art anche chi solitamente
ne è estraneo.
BSF Street Alps Pinerolo, Ph.Chiara Dalmaviva |
Bicicleta Sem Freio è un collettivo di giovani artisti brasiliani. Dipingono velocemente e
senza indugi. Pennellate decise e colori accesi esaltano le immagini lisergiche
dalle quali prendono spunto. I ragazzi sono partiti per un tour internazionale
che li ha portati a dipingere anche qui dove hanno incontrato il supporto dei
passanti stupiti dalla loro tecnica.
2 Alas Street Alps Pinerolo |
2 Alas è un
duo di Miami attivissimo negli USA. Il loro tratto è molto particolare e
facilmente riconoscibile. Il loro lavoro è basato su un ritratto di Irma Bandiera
partigiana italiana medaglia d'oro alla resistenza. Il risultato dell'opera è
molto potente e quasi fotografico.
Per finire poi
col mio pezzo a Torre Pellice… un piccolo contributo al festival…
Tenente "Gufo Reale". Sto portando avanti
la ricerca sul "triangolismo". Il mio lavoro è dedicato a Goisuè
Janvel, contadino, bandito e guerrigliero che nella seconda metà del Seicento
seppe animare e guidare i valdesi delle Alpi Cozie nella resistenza contro
papisti e sabaudi. Sul percorso della resistenza della montagna contro il
Potere, le imprese di Janavel e dei suoi compagni, ed i consigli che ci ha
lasciato con le sue intuizioni militari, ci insegnano che la guerra dei piccoli
contro i grandi sulle montagne è stata, e forse sempre sarà, la strada della
libertà.
Copertina: Vesod, Street Alps, Pinerolo
Intervista di Alessandra Ioalé
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