mercoledì 4 febbraio 2015

QUANDO C'ERA LUI I POST PARTIVANO IN ORARIO a.k.a. vaneggi di un vecchio blogger

Per quelli che fanno il mio lavoro l'avvento di Instagram è stata indubbiamente un'inaspettata manna dal cielo: se si impara a usarne bene gli strumenti messi a disposizione dalla rete gestire un blog non è mai stato così facilitato da un social media e dai suoi utenti. Correva l'anno 2010 quando due venticinquenni decisero di mettere online un'app per il caricamento di fotografie da mobile e in breve tempo chiunque avesse uno smartphone e il pallino per immortalare momenti contribuiva in maniera massiccia alla causa.

Tuttavia non sono qui per ammorbarvi con discorsi tecnici riguardo widget, codici html o quant'altro piuttosto che per sottolineare l'importanza dell'utente della strada nella crescita di portali come il nostro. Quando ho cominciato io (che detta così sembrano passate ere geologiche ma in realtà sono pochi anni) ogni blogger doveva prendersi la sua fotocamera e scendere al centro dell'azione per immortalare pezzi artisti tecniche e cercare di portare a casa la pellaccia e magari un bel post! Ieri come oggi di soldi neanche a parlare ma per alcuni la soddisfazione di aver in qualche modo contribuito alla scena è più importante di qualsiasi pagamento e, a volte purtroppo, io faccio parte di questa categoria. Con qualsiasi tempo, armati di fotocamera, si battevano sottopassaggi parcheggi aree urbane e qualsiasi superficie realizzata veniva fotografata per venire poi selezionata e ripassata con photoshop per migliorarne la qualità e risaltarne i colori: un lavoro immane per pubblicare qualche post ogni settimana. Tornavamo a casa stanchi, lerci e spesso imbrattati, avevamo fatto chilometri e chilometri con qualsiasi mezzo ma eravamo felici del nostro operato, ci sentivamo soldati in missione!

Oggi è tutto decisamente più facile, qualsiasi bonobo munito di smartphone può caricare online foto e video di qualsiasi cosa realizzi su qualsiasi supporto: su Instagram ci trovi di tutto, dai pezzi ipercurati degli artisti affermati alle dichiarazioni d'amore con l'ortografia sbagliata del quattordicenne annoiato.


E il resto della rete contribuisce a rendere più facile il lavoro del blogger: trovi un sito che ti fornisca un widget funzionante, modifichi quelle due o tre caratteristiche che t'interessano, copi il codice che ti viene fornito, scrivi due cazzate (come quelle che sto scrivendo ora), impagini alla meglio il post e clicchi su pubblica. Non ti sei mosso dalla scrivania, il caffè è ancora caldo accanto alla tastiera, la tua pelle bianchiccia risplende alla luce artificiale del neon, i tuoi rotolini rendono più morbido lo schienale e l'assopimento del nervo sciatico causato dall'eccessiva permanenza sulla sedia contribuisce a darti quella sensazione di estasi temporanea che un tempo neanche speravi di raggiungere. Il Nirvana del blogger pigro è finalmente giunto.

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