VENEZIA. Nell'ambito degli Eventi Collaterali della Biennale di
Venezia, sabato 9 maggio debutta la mostra "The Bridges of Graffiti”. Un
evento che si posiziona trent’anni dopo “Arte di Frontiera. New York
Graffiti”, la mostra curata da Francesca Alinovi che nel 1984 portò in
Italia i principali esponenti del graffitismo newyorchese. L’arte dei
graffiti nasce infatti lungo le aree ai margini geografici di Manhattan,
una zona di frontiera, ma anche “uno spazio intermedio tra cultura e
natura, massa ed élite, bianco e nero, aggressività e ironia, immondizie
e raffinatezze squisite”. Dieci gli artisti in mostra - Boris Tellegen,
Doze Green, Eron, Futura, Mode2, SKKI ©, Jayone, Todd James, Teach,
Zero-T - che lavoreranno per la prima volta insieme per realizzare una
singola opera collaborativa, una sorta di Hall of Fame sui muri dello
spazio Arterminal, alla quale si aggiungeranno una serie di opere site
specific create appositamente per l’evento.
“The Bridges of Graffiti” approderà in una frontiera vera e propria, il
terminal passeggeri di San Basilio, costruendo un ponte ideale così che
i più importanti contributi alla cultura del graffiti writing ad opera
delle generazioni passate possano finalmente essere riconosciuti e
contestualizzati. Un ponte tangibile oltre che teorico, con il tentativo
di storicizzare le influenze e gli scambi culturali di artisti e opere
che hanno attraversato l’oceano; la mostra è focalizzata su quegli
esponenti del graffitismo che hanno in seguito sviluppato - o che già
utilizzavano - uno stile figurativo e che hanno saputo evolversi e
reinventarsi. Il nome Arterminal (ovvero Terminal dell’Arte) vuole
richiamare alla mente uno dei grandi contributi del porto alla Città: la
dimensione internazionale, lo scambio e l'incontro tra diverse culture e
quindi anche diverse forme artistiche.
Come ieri il rapporto tra la Serenissima e l'Oriente ha portato a
Venezia l'arte Bizantina, anche oggi l'apertura del water front
veneziano all'arte e alla cultura può dar voce a realtà espressive
differenti, tutte quelle che possiamo conoscere e raggiungere attraverso
i viaggi e gli scambi commerciali. È per questo che fin dall'inizio
l'Autorità Portuale di Venezia ha collaborato per la realizzazione di
questo progetto per riqualificare ulteriormente l'area portuale già
aperta alla città e che Venezia Terminal Passeggeri, concessionaria del
Terminal, ha investito per produrre l'allestimento architettonico.
Arterminal è quindi una metafora pertinente e che racconta, nel caso di
questo primo esperimento una forma d'arte non convenzionale che viene
messa in relazione con l'illustre tradizione della Biennale di Venezia.
Questi dialoghi verranno espressi attraverso un duplice percorso
espositivo: i muri di San Basilio diventeranno una vera e propria tela
dedicata alle espressioni più figurative, mentre gli spazi interni
verranno allestiti al fine di documentare questa sfaccettata forma
artistica con le immagini fotografiche di Henry Chalfant e Martha
Cooper, contrapposte alle opere di quegli artisti che sono in seguito
approdati nei principali musei internazionali e che sono stati
supportati da committenti che hanno proiettato i loro valori nella
cultura mainstream e nel mondo dell’arte. L’allestimento sarà completato
dalla creazione di uno spazio caffetteria e di BookShelves dedicati
all’esposizione di libri e fanzine sulla storia dei graffiti.
fonte: Il Mattino di Padova
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